A Torino, Verona, Napoli e Reggio Emilia, Get Under My Skin! è un progetto per diffondere un’informazione corretta e accurata dell’Africa e degli Afrodiscendenti.
In occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali che si celebra il 21 marzo, anche quest’anno Unar ha promosso la 'Settimana di azione contro il razzismo'. Nel corso della settimana Amref Italia è stata promotrice di 4 incontri nell’ambito del progetto Get Under My Skin! (Torino, Verona, Napoli e Reggio Emilia) dedicati alla diffusione di un'informazione corretta e accurata dell’Africa e degli afrodiscendenti per contrastare razzismo anti-nero e afrofobia.
Il progetto, in partenariato con l’Associazione Le Réseau, mira a divulgare in modo innovativo informazioni corrette sul razzismo sistemico per eliminare forme di afrofobia e razzismo anti-nero. Protagonista è stata la rete Afar, Afro-descendant Fighting Against Racism, giovani professionisti preparati sulla decostruzione di bias razzisti e sulla ricerca di pratiche non discriminatorie. Get Under My Skin! moltiplica spazi pubblici di confronto per aumentare la consapevolezza rispetto ad afrofobia e razzismo anti-nero attraverso il coinvolgimento diretto delle persone intitolate ad avere voce. "Moltiplicare gli spazi di scambio e di visibilità a livello nazionale è cruciale per sensibilizzare l’opinione pubblica e aumentare la consapevolezza su temi drammaticamente attuali come afrofobia e razzismo anti-nero", sottolinea Amref Italia.
Il progetto ha ricevuto un finanziamento nazionale pubblico da Unar - Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali nell’ambito delle attività della XIX Settimana di azione contro il razzismo. In collaborazione con Arising Africans, CSVNet, Carta di Roma e Osservatorio di Pavia, con la partecipazione e attivazione territoriale di AfroVeronesi, InMenteItaca, Officine Gomitoli - Dedalus, Mondo Insieme.
Gli eventi: a Verona il 24 marzo alla Fucina Culturale Machiavelli il 'Cineforum - Essere Afroitaliani ieri e oggi', in collaborazione con Afro-veronesi, l’associazione che riunisce giovani ragazzi nati e/o cresciuti a Verona, con la caratteristica comune di avere delle origini da uno stato africano. Tra gli obiettivi principali dell’associazione in primis la decostruzione di pregiudizi e stereotipi, l’accompagnamento dei ragazzi e le ragazze di seconda generazione nel percorso di crescita e di costruzione della propria identità plurale afro e italiana all'interno della società italiana; ed infine la promozione della rappresentanza dei giovani di seconda generazione.
Dopo la proiezione è seguito un dibattito con la regista Sabrina Onana, la dott.ssa Mackda Ghebremariam Tesfaù e l’associazione Afroveronesi a partire da un breve excursus storico sulla storia coloniale italiana ed europea l’essere afroitaliani ieri e l’essere afroitaliani oggi.
Vanessa Atitsogbe, Responsabile Comunicazione e Segretaria dell’Associazione Afroveronesi commenta “Siamo molto contenti di come sia andato l’evento si è creato un vero e proprio spazio sicuro, che era esattamente quello che volevamo, dove tuttə hanno potuto esprimersi liberamente facendo emergere diversi spunti di riflessione.”
Nel docu-film proiettato a Verona lo scorso 24 Marzo "Crossing the color Line - healing from the past" della regista Sabrina Onana passato e presente si intrecciano attraverso le voci dei protagonisti Afrodiscendenti italiani e gli excursus storici sulla storia coloniale italiana ed europea. IL racconto delle loro esperienze permette allo spettatore di capire non soltanto come si è venuto a creare nel corso dei secoli l’Altro, l’Africano razzializzato, ma anche il modo in cui questa percezione continua ancora oggi a strutturare il senso comune e le esperienze individuali. Alla proiezione è seguito un dibattito con la regista italo-camerunense Sabrina Onana, la dott.ssa Mackda Ghebremariam Tesfaù e l’associazione Afroveronesi partire da un breve excursus storico sulla storia coloniale italiana ed europea l’essere afroitaliani ieri e l’essere afroitaliani oggi. “Il nostro desiderio è che possano esserci più eventi di questo tipo che aiutino a sensibilizzare anche nel proprio piccolo l’opinione pubblica, aumentando la consapevolezza su temi come il razzismo, parlarne per poter combattere tutti insieme”.
In collaborazione con Dedalus, il 24 marzo Napoli ha ospitato presso il centro interculturale Officine Gomitoli un’esposizione delle tele realizzate nell’ambito del percorso 'Memoriae. Il senso di un luogo'. Come spiega la direttrice artistica del Centro Gomitoli Alessia Montefusco: “Le tele sono state realizzate dipingendo su entrambi lati: da una parte i propri ricordi e stati d’animo e dall’altra il colore della pelle per come pensiamo che gli altri ci vedono e per come noi ci sentiamo. L’installazione espone le tele fronte retro e il workshop che si propone vuole simulare questo lavoro di introspezione e collettività".
“L’afrofobia esiste tutt’oggi e scopriamo in un dibattito quanti altri nomi ha.” racconta Alessia Montefusco (Officine Gomitoli) “Dall’incontro è risultata evidente tanta curiosità e necessità di scambio da parte delle ragazze e dei ragazzi. E’ stata una performance artistica sotto forma di gioco per far uscire fuori “nero su bianco” pregiudizi, offese, modi di dire, gesti di discriminazione e razzismo. Un modo per raccontare attraverso le arti visive quanto sia colorato il mondo dei ricordi e come sia riduttivo dare solo un colore alla pelle, guidati dai giovanissimi artisti".
In collaborazione con l’Associazione Mondo Insieme, il 25 marzo Reggio Emilia ha ospitato presso il Centro Sociale Stranieri l’evento 'Rappresentanza politica degli Afrodiscendenti': un confronto tra figure che hanno ruoli all'interno delle istituzioni e che in quanto afrodiscendenti costituiscono un punto di vista privilegiato per raccontare le difficoltà e le potenzialità che questo implica all’interno dello spazio politico e sociale. A condurre il dibattito Marwa Mahmoud, consigliera comunale del Comune di Reggio Emilia e Presidente della Commissione consiliare 'Diritti umani, pari opportunità e relazioni internazionali' e la consigliera comunale del Comune di Parma Victoria Oluboyo.
“E’ stato un momento di scambio fondamentale per la comunità. Ci siamo confrontati sul valore di essere nelle istituzioni e sull'importanza della rappresentanza” afferma Mahmoud “abbiamo valutato insieme quanto sia importante saper riconoscere il razzismo sistemico, affrontarlo e decostruirlo”.
In collaborazione con l’associazione InMenteItaca, il 24 marzo John Modupe è stato protagonista dello spettacolo di stand- up comedy 'L’umorismo ai tempi del razzismo' a Torino presso il Cecchi Point - Casa del Quartiere di Aurora. L’incontro si è aperto alle ore 19 con un aperitivo, e allo spettacolo è seguito un dibattito che ha coinvolto insieme a John Modupe anche il pubblico e gli ospiti Grace Fainelli e Hasti Naddafi sui temi del politically correct e la satira.
L’associazione InMenteItaca è impegnata nella formazione e l'educazione ai diritti umani e la lotta contro ogni forma di discriminazione. Ayoub Moussaid, attivista per i diritti umani, insegnante e regista teatrale, presentatore dell’evento commenta: “Ridere parlando di razzismo mette spesso in difficoltà il pubblico ed è stato fortissimo vedere John sul palco che in veste di artista denuncia ha avuto lo stesso impatto di denuncia delle dinamiche razziste di una manifestazione antirazzista. Il dibattito finale insieme a Hasti Naddafi dell'associazione InMenteItaca e Grace Fainelli ha permesso al pubblico di essere protagonista in prima persona della discussione sul connubio tra umorismo e razzismo".