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Scuole chiuse in Campania, governo pronto a impugnare decisione

De Luca annuncia la chiusura di elementari e medie: "Irresponsabile aprire il 10 gennaio"

Scuole chiuse in Campania, governo pronto a impugnare decisione
07 gennaio 2022 | 15.31
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Scuole elementari e medie chiuse in Campania fino alla fine di gennaio. E' lo scenario che, davanti all'aumento dei contagi covid, prospetta il governatore Vincenzo De Luca. "In questa condizione io credo che sia irresponsabile aprire le scuole il 10 gennaio. Per quello che ci riguarda credo che non apriremo le scuole medie ed elementari", dice nel corso di una diretta Facebook.

Il governo è orientato a impugnare la decisione del governatore. Lo si apprende da fonti di palazzo Chigi. Per l'impugnativa sarà necessario un passaggio nel prossimo consiglio dei ministri.

"In queste ore - spiega De Luca - stanno lavorando le nostre strutture sanitarie, credo che ci sarà a breve un'unità di crisi, che credo prenderà atto di questa situazione in maniera responsabile. Quindi credo che andremo alla proroga dell'apertura dell'anno scolastico in Campania a fine gennaio per scuole medie ed elementari. Per il resto vedremo di seguire con attenzione la situazione del contagio, cercando di fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per garantire ai docenti, ai presidi, alle famiglie il massimo possibile di assistenza sanitaria e di prevenzione per evitare situazioni pesanti e gravi".

Secondo De Luca "non ci sono le condizioni minime di sicurezza e la possibilità di offrire collaborazione adeguata alle autorità scolastiche da parte delle autorità sanitarie, che sono alle prese con decine di migliaia di contagi. Le Asl dovrebbero fare in media 3mila tamponi al giorno per accompagnare le autorità scolastiche nel controllo del contagio nelle scuole. Non è possibile, per il livello di personale che abbiamo, perché dovremmo perdere una settimana di tempo per dare i risultati. Come si fa a immaginare di andare avanti così? E tuttavia siamo il Paese del fare finta, l'importante è prendere le decisioni a Roma". 

"Al punto a cui siamo arrivati, per me la posizione più comoda sarebbe quella di non fare niente. Tutto quello che dovevamo fare per parlare chiaro, per denunciare le situazioni, lo abbiamo fatto per tempo e prima di tutti gli altri, ma io non mi sento di contemplare questo scivolare dell'Italia verso il disastro. C'è da stare male nel vedere il caos che sta crescendo in Italia in vista del 10 gennaio", afferma ancora il governatore.

"Ho la sensazione - aggiunge - che si mettano in piedi provvedimenti che finiscono per trasformare i nostri bambini in cavie sull'altare della politica politicante, dell'opportunismo e degli ideologismi. Questo capita quando si fanno scelte a prescindere da quella che è la realtà. E a volte le immagini pubbliche sono esattamente il contrario della verità, cioè chi prende queste misure apparentemente favorevoli al mondo della scuola fa esattamente il contrario, cioè prende misure che sono contro il mondo della scuola. C'è qualcuno che possa sostenere che aprire le scuole nel caos totale sia una misura che favorisce la didattica, la formazione, l'equilibrio psicologico dei nostri bambini? E' esattamente il contrario, chi prende decisioni cervellotiche e non rapportate alla realtà vera dell'Italia è nemico della scuola, non amico".

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