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Roma, vernice rossa su statua generale Baldissera al Pincio

Associazione Combattenti e reduci: "Atti vandalici vergognosi, la storia deve essere al di sopra della politica"

Roma, vernice rossa su statua generale Baldissera al Pincio
19 giugno 2020 | 12.01
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Vernice rossa sul busto del generale Antonio Baldissera, Governatore della colonia italiana di Eritrea alla fine del XIX secolo, al Pincio e cambio del nome a via dell'Amba Aradam e a largo dell'Amba Aradam 'intitolati' dopo un raid notturno a George Floyd e a Bilal Ben Messaud, morto a Porto Empedocle il 20 maggio 2020. "In fermo sostegno alle e ai manifestanti che a partire da Minneapolis hanno riempito le piazze di decine di città del mondo per manifestare contro il razzismo strutturale e hanno deposto simboli di un passato coloniale sempre rimosso, iniziamo ora a smantellare i simboli del colonialismo nella Capitale", scrivono in un post su Facebook gli attivisti della rete 'Restiamo Umani'.

"Alcune nostre strade - spiegano gli attivisti - richiamano stragi vergognose compiute dai soldati italiani in Etiopia, come via dell'Amba Aradam, alcuni monumenti conferiscono invece gloria eterna a uomini colpevoli delle peggiori atrocità verso il genere umano; ciò va rafforzare una narrazione che continua a negare la violenza che ha caratterizzato l'espansione coloniale dei paesi europei, Italia compresa, e va a celebrare e giustificare la supremazia bianca. Tra gli 'illustri' della storia italiana al Pincio possiamo trovare un busto di Antonio Baldissera, generale a capo delle truppe italiane in Eritrea e successivamente Governatore della colonia italiana di Eritrea alla fine del XIX secolo, quasi che il passato coloniale italiano fosse un lustro invece che un crimine che come tale va ricordato".

"È quindi fondamentale che il ruolo che queste figure e questi fatti hanno ricoperto nella storia venga smascherato e rinarrato senza nessuna celebrazione 'monumentale', ponendo fine al racconto colonialista ad opera degli oppressori. Le violenza da parte delle forze dell’ordine negli Usa deve darci la consapevolezza che ciò non accade solo oltre oceano: sono quotidiane anche in Italia le azioni di sopruso da parte delle forze dell’ordine ai danni delle minoranze e delle persone in stato di vulnerabilità. Per queste ragioni oggi cambiamo nome a via dell'Amba Aradam e a largo dell'Amba Aradam e li intitoliamo a George Floyd e a Bilal Ben Messaud, morto a Porto Empedocle il 20 maggio 2020 mentre cercava di raggiungere terra, fuggendo dal confinamento forzato in nave. Dedichiamo la via a queste due figure per unire le lotte contro il razzismo di entrambe le sponde dell'Atlantico, e per ricordare che la frontiera uccide quanto la polizia violenta, e sono il prodotto dello stesso razzismo istituzionale", concludono.

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