Il legale di parte civile: "Brasile tuteli le vittime e non i colpevoli, deve scontare la pena"
I giudici della Terza sezione penale della Cassazione hanno confermato la condanna della Corte di Appello di Milano del dicembre 2020 nei confronti di Robson de Souza Santos, in arte Robinho, ex attaccante del Milan, a nove anni di carcere per violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza avvenuta il 22 gennaio 2013 in una discoteca di Milano. Pena confermata, sempre a 9 anni, anche per il suo amico Ricardo Falco. La violenza, secondo le indagini, era stata consumata dall'ex calciatore rossonero, con altre cinque persone, quattro delle quali irreperibili.
LA DIFESA - "Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza. Trovo questo epilogo giudiziario gravemente ingiusto" afferma all’Adnkronos l'avvocato Franco Moretti, difensore del calciatore Robinho.
LEGALE DI PARTE CIVILE - "I fatti sono stati provati in primo grado, confermati dalla Corte di Appello e ora la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dagli imputati. Per noi giustizia processuale è stata fatta" dichiara all'Adnkronos l'avvocato Jacopo Gnocchi, legale di parte civile. "Ora il punto è capire cosa vorrà fare il Brasile: confidiamo che tuteli le vittime e non i colpevoli e che sconti la pena" aggiunge.