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Punti patente, come non farseli togliere

Immagine di repertorio (Fotogramma)
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24 novembre 2020 | 09.43
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Quando si prende una multa che implica anche la decurtazione dei punti dalla patente è pressoché automatica l’applicazione di questa sanzione accessoria.

Il recupero dei punti persi può avvenire in due modi: o tramite 'buona condotta' di almeno due anni (non bisogna cioè ricevere nel successivo biennio altre multe stradali che implichino la decurtazione dei punti) oppure con la frequentazione di un corso privato di recupero dei punti. Di tanto avevamo già parlato nell’articolo Come recuperare i punti della patente.

Ma c'è un modo per non farsi togliere i punti dalla patente? La risposta potrebbe apparire, a prima vista, alquanto banale: basta non trasgredire il codice della strada. Ma, si legge su laleggepertutti.it, mettendoci dalla parti di chi la multa l’ha già ricevuta, esistono alcuni sistemi che consentono di conservare intonso il punteggio della propria licenza di guida. Il tutto, ovviamente, in piena legalità.

I sistemi per non farsi togliere i punti dalla patente sono diversi a seconda che la contravvenzione venga contestata immediatamente, ossia al momento stesso dell’infrazione (il conducente, in questo caso, viene bloccato dagli agenti che gli consegnano il verbale) oppure in modalità 'differita' (ossia con spedizione della multa presso la residenza del proprietario dell’auto). Questa seconda opzione ricorre tutte le volte in cui non sia possibile fermare l’automobilista subito dopo la trasgressione, il che avviene ad esempio al passaggio con il semaforo rosso o quando la velocità viene rilevata attraverso sistemi elettronici automatizzati come autovelox e tutor.

Multa contestata immediatamente: come non farsi togliere i punti

Per chi viene fermato immediatamente dalla polizia, i metodi per non farsi togliere i punti dalla patente si riducono a uno soltanto: fare ricorso contro il verbale e sperare che il giudice lo annulli. Il ricorso può essere effettuato entro 30 giorni al giudice di pace o, in alternativa, entro 60 giorni al Prefetto (in questo secondo caso è gratuito). Al giudice di pace si ricorre, in genere, quando la questione richiede una maggiore attenzione all’aspetto interpretativo, che è meglio lasciare a un organo terzo e imparziale come è appunto un magistrato. Invece, per le violazioni di legge più evidenti (ad esempio la notifica della multa oltre i 90 giorni) è più conveniente rivolgersi al Prefetto e ottenere subito l’annullamento del verbale.

Nel momento in cui si decide di impugnare la contravvenzione, poiché la decurtazione dei punti avviene quasi contestualmente alla violazione mentre la decisione del ricorso (specie se proposta al giudice di pace) può richiedere molto più tempo, l’automobilista risultato vittorioso dal giudizio vedrà ripristinati i punti che, in precedenza, gli erano stati sottratti. Attese però le ben note inefficienze della nostra amministrazione sarà il caso di controllare che la sentenza del giudice venga eseguita dalla controparte, provvedendo a notificarla per il tramite del proprio avvocato.

Multa contestata in modalità differita: come non farsi togliere i punti

Quando la multa viene contestata in via differita e quindi il conducente non viene bloccato dalla polizia, non è possibile procedere all’immediata decurtazione dei punti dalla patente del proprietario dell’auto. Questi infatti potrebbe essere soggetto diverso rispetto al trasgressore effettivo. Così la legge impone al titolare del veicolo, che ha ricevuto la multa a casa, di comunicare agli agenti accertatori, nei successivi 60 giorni, il nome del conducente e il numero della sua patente. In questo modo la sanzione accessoria della decurtazione dei punti sarà effettuata nei confronti di quest’ultimo. Qui è possibile optare per due strade che consentono di non farsi togliere i punti dalla patente.

La prima strada è non rispondere all’invito contenuto nella multa di comunicare i dati dell’effettivo conducente. Si tratta di un illecito, punito tuttavia solo con una sanzione pecuniaria che va da 422 a 1.695 euro. Si tratta insomma di un’altra multa. Non ci sono ulteriori conseguenze. In pratica è come se l’automobilista 'comprasse' la possibilità di salvare i punti della patente. Interrogata sull’incostituzionalità di tale sistema, che privilegerebbe i redditi più elevati, la Corte Costituzionale ha detto che la normativa è pienamente legittima.

L’ultimo modo per non farsi togliere i punti della patente, senza fare ricorso, è quello di rispondere all’ordine della polizia – con cui viene chiesto di comunicare il nome dell’effettivo conducente - affermando di non essere in grado di ricordare chi fosse alla guida dell’auto. Tale dichiarazione però deve essere supportata da un 'giustificato motivo' e da una 'prova documentale'. Non basta dire che si è smemorati o che si è anziani, ma bisognerebbe fornire prove più consistenti. Si pensi a un’auto condivisa da numerosi membri della famiglia o utilizzata dai dipendenti di un’azienda. Di tanto bisogna dare dimostrazione con una prova scritta. Solo chi è nell’impossibilità oggettiva di effettuare la comunicazione o di sapere chi fosse alla guida del mezzo evita la seconda multa.

Si sconsiglia vivamente di trovare un prestanome e di dire che l’auto era condotta dal classico parente connivente – di solito quello con più punti sulla patente – che si sobbarca la sanzione accessoria. Se mai infatti una telecamera dovesse avere fotografato l’automobilista si potrebbe scoprire facilmente la bugia e, in tal caso, scatterebbe il reato di falso in atto pubblico.

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