L’ex deputato di Forza Italia all’indomani della decisione del Riesame che ha confermato il carcere per la moglie Chiara Rizzo e concesso i domiciliari all’ex ministro: “Devo tronare affinché i miei figli si ricongiungano con la loro madre”
”L’idea che mi sono fatto è che mi devo arrendere, come padre prima e come uomo poi, perché devo restituire la loro madre ai miei figli. Cedo al ricatto. Devo rientrare, affinché i miei figli si ricongiungano con la loro madre”. Lo ha affermato, in un’intervista al ‘Tg1’ il collegamento via internet, l’ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena, condannato a cinque anni e quattro mesi in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, all’indomani della decisione del Tribunale del Riesame di Reggio Calabria che ha rigettato l’istanza di scarcerazione presentata dai legali della moglie Chiara Rizzo, che resta dunque in carcere. Sui tempi del suo rientro Matacena aggiunge: “Questo lo vedranno i miei avvocati, quando tutto sarà pronto; presto - continua - perché mia moglie deve uscire dal carcere: lei deve riabbracciare i suoi figli e i suoi figli devono riabbracciarla”.
Per l’avvocato Carlo Biondi, uno dei legali di Chiara Rizzo, ”se ci fosse questa decisione sarebbe importante. Vediamo se alle parole seguiranno i fatti”. “Se Matacena farà questa scelta, ne prenderemo atto - spiega all’Adnkronos - Noi legali ci muoviamo a prescindere da quello che Matacena deciderà di fare”.
ìHa intanto passato la sua prima notte a casa l’ex ministro Claudio Scajola, arrivato ieri sera ad Imperia intorno alle 21.30, dopo avere lasciato alle 14 il carcere romano di Regina Coeli, dove era entrato l’8 maggio scorso. Scajola è ora agli arresti domiciliari nella sua abitazione, villa Ninina. Ha viaggiato da Roma a Imperia in auto, guidata dalla moglie, Maria Teresa Verda.
Le motivazioni del dispositivo con cui gli sono stati concessi gli arresti domiciliari verranno rese note nei prossimi giorni. Il 19 giugno al Tribunale del Riesame sarà discusso l’appello dei pm contro la decisione del gip di non riconoscere l’aggravante del concorso esterno in associazione mafiosa chiesto dalla Dda per l’ex ministro. Scajola era stato arrestato a Roma l’8 maggio scorso con l’accusa di avere favorito la latitanza dell’ex parlamentare Pdl Amedeo Matacena, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa.