Nell'udienza generale nell'Aula Paolo VI in Vaticano, Francesco invita a "creare ponti di amicizia e di solidarietà"
(di Enzo Bonaiuto) -
"La Chiesa vede chi è in difficoltà, non chiude gli occhi, sa guardare l'umanità in faccia per creare relazioni significative, ponti di amicizia e di solidarietà, al posto di barriere". E' quanto sottolinea Papa Francesco, nell'udienza generale nell'Aula Paolo VI in Vaticano, evocando una "vita contro ogni forma di intolleranza e di perversione ideologica".
Il Pontefice osserva che "Dio ama manifestarsi nella relazione, attraverso un incontro reale tra le persone, che può accade solo nell'amore" ed evoca "una Chiesa senza frontiere, che si sente madre di tutti, che sa prendere per mano e accompagnare per sollevare".
Il Papa afferma che "il Concilio Vaticano II ci ha ricordato che la Chiesa è luogo di liberazione e guarigione. E' la Chiesa ospedale da campo, casa dalle porte aperte, madre dal cuore tenero e premuroso". "Vedo parrocchie per le quali i soldi sono più importanti dei sacramenti... per favore: Chiesa povera!", esorta poi Francesco 'a braccio' nel suo discorso.
Ricordando, al termine dell'udienza, la celebrazione domani di Edith Stein compatrona dell'Europa, Bergoglio ha poi rivolto un "saluto affettuoso per i bambini profughi ospiti della cooperativa Auxilium", con riferimento ai piccoli migranti ospitati dalla coop attiva al Cara di Castelnuovo di Porto, vicino a Roma.