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Migranti: Cei, con rifiuto regioni Nord l'Italia perde credibilità ///

Mons. Di Tora: "Rischio che Ue lasci solo il nostro Paese a gestire accoglienza"

(Foto Xinhua)
(Foto Xinhua)
08 giugno 2015 | 15.55
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L'Italia rischia di perdere la sua credibilità e di essere nuovamente isolata in Europa, rispetto all'emergenza migranti, a causa del rifiuto espresso o preannunciato dalle tre Regioni del Nord - Lombardia, Veneto e Liguria - a guida Lega-Forza Italia. A lanciare l'allarme attraverso l'AdnKronos è monsignor Guerino Di Tora, neo 'ministro' della Cei per i migranti, anticipando l'iniziativa di una dichiarazione comune con monsignor Gian Carlo Perego, direttore di Migrantes, organismo ufficiale della Chiesa italiana.

"La chiusura di alcune Regioni del Nord all'accoglienza di persone salvate nel Mediterraneo e approdate nei nostri porti, la maggior parte delle quali non 'clandestini', come purtroppo si sente ripetere anche in senso dispregiativo, ma con il diritto a una forma di protezione internazionale, è un segnale non solo negativo di solidarietà di governatori di una parte del nostro Paese - accusa l'esponente della Conferenza Episcopale italiana - ma anche una negativa indicazione di credibilità dell'Italia che si appresta, nei prossimi giorni, a convincere i Paesi europei a un piano sull'immigrazione che prevederebbe il ricollocamento o l'insediamento di persone che sbarcano sul territorio italiano".

Prosegue monsignor Guerino Di Tora: "Se poi aggiungiamo la mancata credibilità della forma di gestione delle strutture di accoglienza dei rifugiati nel nostro Paese, alla luce della vergognosa vicenda di 'mafia capitale', il rischio è che l'Italia rimanga ulteriormente sola nella gestione dell'accoglienza".

Per il presidente della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei, "in questo momento, forse, sarebbe preferibile da parte delle Regioni sostenere i Comuni, soprattutto gli oltre 7.500 che non hanno ancora dato un segno concreto di accoglienza, alimentando un solida e diffusa struttura di accoglienza, in collaborazione con il ministero dell'Interno e con il mondo dell'associazionismo e del volontariato anche ecclesiale, in una rete che aiuti a costruire nuove buone prassi di accoglienza e che aiuti a recuperare credibilità in Europa", chiede monsignor Di Tora.

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