Adriana Vella, difensore d'ufficio del boss: "Non era ai vertici della Cupola del trapanese" all'epoca delle stragi di mafia
"Che effetto mia fa difendere un capomafia come Matteo Messina Denaro? L'ho sempre detto, io sono difensore d'ufficio di un imputato. Per mia abitudine sgombro sempre le carte da quello che posso recepire dall'esterno, dai giornalisti. Io devo conoscere le carte processuali, non conosco le carte degli altri processi in cui è imputato". Lo ha detto all'Adnkronos l'avvocata Adriana Vella, difensore d'ufficio del boss mafioso Matteo Messina Denaro. "Se un legale vuole fare bene il proprio ruolo - ha aggiunto - deve sgombrare le carte dal nome, da ogni pregiudizio sicuramente".
"Se devo essere sincera, avrei apprezzato che oggi Matteo Messina Denaro fosse stato presente in udienza. Chi meglio di lui avrebbe potuto darmi ulteriori spunti o suggerimenti sulla mia discussione? Questo è indubbio. Ma ha rinunciato, è una sua scelta che rispetto", ha affermato durante una pausa dell'udienza del processo sulle stragi mafiose che vede come unico imputato il capomafia di Castelvetrano.
"Matteo Messina Denaro non era ai vertici della Cupola del trapanese. Non sono cose che mi sono inventata. Ma l'ho detto alla Corte facendo un riscontro anche di molti atti processuali, sicuramente non può collocarsi ai vertici in un momento importante in cui la volontà dei capi di Cosa nostra non si fosse ancora perfezionata", ha detto ancora. "La mia idea è questa - ha spiegato -: spero che possa essere condivisa dai giudici. Sicuramente nel momento in cui il piano assume connotazione stragista, cioè include le stragi, e i delitti contestati a Messina Denaro sono di strage, ritengo che in quel momento, ad ottobre del 1991, quando la Corte di primo grado colloca la deliberazione di questo piano stragista, in realtà non possa condividersi l'accusa perché ritengo che in quel momento il piano non aveva assunto una connotazione stragista".
"E' stato molto difficile preparare questa discussione, ho dovuto studiare in un mese e mezzo la sentenza e molti atti processuali, necessariamente ho dovuto anche confrontarmi con sentenze precedenti che sono state acquisite. Non dobbiamo dimenticare che in questo procedimento interessa la fase deliberativa, ovvero i momenti che hanno riguardato una fase diversa da quella esecutiva", ha detto ancora.