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L'esame

Maturità, un brano di Boncinelli per la traccia di attualità: ecco chi è

Boncinelli (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Boncinelli (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
21 giugno 2017 | 10.57
LETTURA: 5 minuti

Un genetista che parla di progresso. Per la traccia di attualità alla prima prova di maturità il Miur ha scelto una citazione di Edoardo Boncinelli tratta dall'articolo "Per migliorarci serve una mutazione", pubblicato la scorsa estate sul Corriere della Sera.

Boncinelli, divulgatore scientifico e appassionato grecista, ha lavorato per oltre 20 anni presso l’Istituto internazionale di genetica e biofisica del Cnr di Napoli; trasferitosi a Milano, ha diretto il laboratorio di biologia molecolare presso l’Istituto scientifico universitario “San Raffaele” e il Centro per lo studio della farmacologia cellulare e molecolare del Cnr. A lui e al suo gruppo al Cnr di Napoli, nel 1985, si deve la scoperta dei geni omeotici nell'uomo, ‘architetti’ che progettano il corretto sviluppo dell'organismo. Una scoperta importante, tanto che nel 2011 il Corriere della Sera l’ha inclusa tra le 10 scoperte italiane da ricordare nella storia d'Italia.

Nato a Rodi nel 1941, Boncinelli ha studiato e vissuto a Firenze, dove si è laureato in fisica. Ha dedicato la sua vita allo studio della genetica e della biologia molecolare con particolare riferimento allo sviluppo embrionale degli animali superiori e dell’uomo. Il celebre genetista è anche un appassionato grecista: nel 2008 infatti ha pubblicato una raccolta di lirici greci classici, (da Mimnermo ad Alcmane, da Archiloco a Saffo): 365 liriche, una per ogni giorno dell'anno.

Oltre alla sua attività scientifica, Boncinelli è un noto saggista, divulgatore scientifico e collaboratore del Corriere della Sera. Tra i suoi libri si ricordano L’anima della tecnica (2006, vincitore del premio letterario Merck Serono); Lettera a un bambino che vivrà 100 anni (2010), sulle nuove frontiere della genetica; nel 2012, La scienza non ha bisogno di Dio, Quel che resta dell'anima e La vita della nostra mente; l'autobiografia Una sola vita non basta. Storia di un incapace di genio (2013); Noi che abbiamo l'animo libero (con G. Giorello, 2014); Genetica e guarigione (2014); tutti nel 2015, Homo faber (con G. Sciarretta), Noi siamo cultura, I sette ingredienti della scienza, il saggio bilingue Perché si mangia? - Why do we eat? La cultura di Dante (con M. Arcangeli); entrambi nel 2016, Contro il sacro. Perché le fedi ci rendono stupidi e L'incanto e il disinganno: Leopardi (con G. Giorello); Io e lei (2017).

Ecco il brano, secondo le indiscrezioni di Skuola.net, scelto per la prova: "Per progresso si possono intendere almeno due diversi tipi di successione di eventi. Da una parte c’è un progresso materiale, fatto di realizzazioni e conoscenze, di natura prevalentemente tecnico-scientifica; dall’altra, un progresso morale e civile, che coinvolge soprattutto i comportamenti e gli atteggiamenti mentali. Il primo corre veloce, soprattutto oggi, e raramente mostra ondeggiamenti. È il nostro vanto e il nostro orgoglio. Il secondo stenta, e a volte sembra retrocedere, seppur temporaneamente. I problemi nascono in gran parte dal confondere tra loro questi due tipi di progresso. Che sono molto diversi. Di natura esterna, collettiva e culturale il primo; di natura interna, individuale e biologica il secondo. E con due velocità molto diverse: veloce il primo, lento o lentissimo il secondo. Perché? Perché acquisire nuove conoscenze e nuove tecniche si può fare insieme ad altri esseri umani, che si trovano intorno a noi, e a volte anche a distanza, nello spazio e magari nel tempo: posso imparare infatti leggendo e studiando cose scritte da persone che non ci sono più come Einstein, Kant, Platone o Talete. I comportamenti, al contrario, sono individuali: posso leggere e ascoltare precetti meravigliosi, ma metterli in pratica è un’altra cosa. L’imitazione e l’emulazione sono spinte potentissime, ma dall’esito non garantito, anche se a volte c’è una costrizione. Se gli insegnamenti sono poi fuorvianti o perversi, buonanotte! Questo è in fondo il motivo per cui le società possono essere civili o civilissime, mentre non tutti i loro membri si comportano come si deve. Da sempre".

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