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"L'urlo più forte mai sentito", il testimone dell'omicidio di Lecce

Il racconto all'Adnkronos di Luigi, il ragazzo che per primo ha chiamato il 112 mentre si consumava il duplice omicidio di Daniele De Santis ed Eleonora Manta

Foto Adnkronos
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29 settembre 2020 | 15.41
LETTURA: 2 minuti

di Silvia Mancinelli

"Quella sera ero in giro con il cane, c'era un silenzio assoluto, intorno alle otto e mezza c'era pochissima gente quando all'improvviso ho sentito l'urlo più forte che abbia sentito in vita mia. Un urlo di terrore, quello di una donna, accompagnato poi da pianti, rumori di vetri infranti". Luigi, 27 anni, il ragazzo che per primo ha chiamato il 112 mentre si consumava il duplice omicidio di Daniele De Santis ed Eleonora Manta, racconta all'Adnkronos gli attimi concitati vissuti il 21 settembre scorso, a pochi passi dal suo appartamento al palazzo di fronte a quello delle due vittime.

"Le prime sensazioni che ho provato sono state di confusione, ho chiamato il 112 ma mai avrei immaginato qualcosa in più di una lite domestica - continua - Inizialmente ho dato un'informazione vaga al centralinista sulla zona, perché sentivo più che altro l'eco delle urla. Continuando a passeggiare ho capito che si trattava del civico 2 di via Montello e ho richiamato per aggiornarli".

Il racconto prosegue: "E' stato a quel punto che ho visto una figura allontanarsi a 20 metri da me, la strada lì è buia e non potevo avere un'idea precisa di come fosse fatto. Camminava solo un po' più veloce del normale, non mi sembrava particolarmente allarmato, anzi. E sicuramente non aveva l'aria di un fuggitivo. Ma quando è passato sotto un lampione - aggiunge Luigi - ho visto un luccichio, era il coltello che impugnava e che ho notato nonostante fossi distante. Paura? No - dice - ero a mezzo passo dal portone di casa con un cane di grossa taglia che avrebbe potuto difendermi, lui tra l'altro andava dritto per la sua strada e non si è mai fermato fino a quando si è perso nelle ombre di via Martiri d'Otranto".

Nella settimana in cui il killer ha continuato a muoversi per la città, dopo l'atroce duplice omicidio, il testimone ha temuto il peggio: "Sono stati giorni terribili per me e la mia famiglia - confessa il 27enne - non so se mi abbia visto e le passeggiate di ogni giorno sono diventate ogni volta una prova per me, mi guardavo intorno, attento a ogni macchina che passava. Come ha ucciso due persone alle otto di sera, ho pensato, poteva uccidere anche me per vendicarsi. Quando lo hanno preso ho tirato un sospiro di sollievo. E' rimasto lo choc di scoprire l'età di questo ragazzo, uno come tanti che studia come tutti, uno in mezzo a noi".

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