L’ex dominus di Forza Italia nel Varesotto, ritenuto dall'accusa il gran burattinaio del giro di tangenti e incarichi in Lombardia, risulta essere stato assunto dall'ex europarlamentare di Forza Italia. Ma lui non ricorda e nega
Gioacchino Caianiello, l’ex dominus di Forza Italia nel Varesotto arrestato nel maggio scorso dalla procura di Milano e ritenuto dall'accusa il gran burattinaio del giro di tangenti e incarichi in Lombardia, risulta essere stato assunto 'a sua insaputa' dall'ex europarlamentare di Forza Italia Lara Comi, finita oggi ai domiciliari nel secondo filone dell'inchiesta ribattezzata 'Mensa dei poveri'.
In particolare, nell'interrogatorio dello scorso 2 settembre, i pm milanesi informano Caianiello dell'esistenza di un contratto, durata dall'1 novembre al 31 dicembre 2016, in cui risulta assunto come collaboratore dell'esponente politico di Forza Italia. Un incarico da 40 ore settimanali a fronte di un corrispettivo di 2.450 euro lordi mensili. "Riconosco la firma mostratami come la mia, ma non ricordo di avere svolto questo incarico
e, comunque, nego di avere svolto un'attività in relazione a questo contratto diversa da quella che già da dieci anni svolgevo in favore del partito e quindi della Comi quale coordinatrice provinciale", è la risposta ai magistrati.
E aggiunge Caianiello: "Tuttavia, come ho già riferito, da più persone la Comi veniva pressata affinché trovasse un modo per riconoscermi dei sussidi economici per l'attività che, di fatto, ho continuato a svolgere dopo la formale dismissione della carica di coordinatore provinciale".