Ormai da mesi la mascherina è diventato un accessorio indispensabile, essenziale per la protezione, rispetto cui anche la psiche umana si sta adattando. Pian piano sta infatti modificando anche il modo di comunicare a favore di una diversa gestualità che accompagna e sostiene le parole. "La gestualità sta diventando l'accento della metrica del discorso. Una emanazione della parola", dice all'Adnkronos Sira Sebastianelli, psicologa e psicoterapeuta. "L'assenza del labiale, la voce ovattata dietro la mascherina che blocca l'onda sonora che quindi è meno percepita, la mancanza di una piena visibilità dell'espressione del viso, spingono a ricorrere alla gestualità allo scopo di farci meglio comprendere per evitare il rischio di essere fraintesi", aggiunge Sebastianelli.
"Le espressioni del viso non sono più visibili al 100%, essendo il volto coperto per metà dalla mascherina, le mani dunque aiutano a rafforzare le emozioni, i concetti che vogliamo comunicare - spiega ancora la psicoterapeuta riflettendo su quanto osservato durante i lunghi mesi di lockdown - La gestualità sembra essersi accentuata quasi per colmare la difficoltà, forse più psicologica che reale, di esprimere al meglio il contenuto della propria comunicazione". Tutto questo sta attivando un linguaggio non verbale "che potrebbe creare un nuovo vocabolario".
"Il virus non sta modificando solo le abitudini delle persone, sta cambiando - sostiene Sebastianelli - la percezione stessa della vita, di noi stessi. Stiamo imparando, in modo duttile, ad adattarci a quello che c'è. Questo richiede l'attivazione di risorse interiori. La gestualità, in fondo, è la cartina tornasole di qualcosa che dentro di noi si va modificando". La professionista, attraverso il suo sito (www.sirasebastianelli.it), sta raccogliendo e analizzando anche diversi contenuti onirici. "Sulla scia della pandemia, anche i sogni si vanno modificando in prospettiva: è interessante approfondire e riflettere su tali cambiamenti".