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Ilaria Capua: "Pandemia non mi ha sorpreso, sapevo sarebbe arrivata"

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01 agosto 2020 | 19.24
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"Le pandemia sono fenomeni che accadono, dove ci sono gli uomini ci sono le pandemie. Ho studiato questo argomento per più di 30 anni in laboratorio, perché questi virus nascono sempre dal serbatoio animale. Lo sapevo che prima o poi sarebbe arrivata una pandemia, non sono stata sorpresa più di tanto". Sono le parole di Ilaria Capua, direttore dell'UF One Health Center, a La Cura su Radio3.

"Sono anche stata una delle prime persone a dire che bisognava attrezzarsi con il telelavoro o con le lezioni da remoto per le scuole. Ho capito che c’era molto smarrimento, specialmente in Italia. Ho deciso di rimettermi il camice per il mio paese e il mio centro multidisciplinare cerca di esplorare quali saranno le aree di ricerca e di sviluppo del futuro intorno alle grandi problematiche della salute, non solo dell’uomo ma anche degli animali", aggiunge. "Ho deciso di rimettermi il camice e accompagnare il mio paese con un punto di vista esterno, perché vivendo negli Stati Uniti si può dare un’altra prospettiva", dice ancora la scienziata. "Bisogna capire i messaggi che questa pandemia ci sta urlando in faccia. Le città, così come sono fatte adesso, non sono in grado di reggere questa malattia. Una pandemia non ti salva dalla prossima, le pandemie avvengono, un'altra pandemia arriverà. Questa pandemia ci sta urlando che le città, così come sono messe, non ce la fanno".

"Dobbiamo ridurre il rischio che questi virus escano dal serbatoio animale, bisogna fare interventi seri sul bracconaggio e sul mantenimento della biodiversità. Questo virus è partito da un pipistrello che si è trovato dove non doveva stare, insieme ad un pangolino. I due virus presenti nei due animali si sono ricombinati, non si sa ancora bene se in un habitat selvatico o in un mercato di animali vivi. Madre Natura ha fatto quello che sa fare meglio e si è creato questo nuovo virus, perfettamente in grado di infettare l'uomo e di trasmettersi da uomo a uomo", dice ancora. "I mercati di animali vivi sono un grandissimo fattore vivo: la stragrande maggioranza di pandemie e virus pre-pandemici arrivavano da mercati di animali vivi, che vanno eliminati. Non è più possibile, allo stesso modo, portare determinate specie ai limiti dell'estinzione".

"Noi che ci occupiamo di scienza da tanto tempo dobbiamo fare una grande autocritica. Da tanto tempo dicevano ai decision makers -ai politici, agli imprenditori, agli intellettuali- che sarebbe arrivata una pandemia. Ma nessuno ci ha creduto. Noi abbiamo una grandissima responsabilità, la scienza non va divulgata ma va tessuta nel ragionamento e nella vita di ogni giorno. Le persone non devono più sorprendersi quando viene chiesto di mettere in atto una serie di meccanismi per proteggere gli individui e le loro famiglie", osserva. "Se riuscissimo a mantenere un terzo dell'abitudine a lavarci le mani sviluppata in questo periodo, abbattiamo le altre malattie infettive del 50%. Noi scienziati dobbiamo fare un'esame di coscienza, ma anche le classi dirigenti dovrebbero farlo: dovete credere di più alla scienza. Senza scienza si vive male: se gli italiani fossero stati più preparati dal punto di vista scientifico, non si sarebbero presi così tanta paura. Una signora molto intelligente mi ha detto che per un periodo è stata terrorizzata e non ha aperto la finestra perché temeva che il virus sarebbe entrato. Per piacere...".

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