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Giornata del sonno, Nancy Brilli: "Cammino la notte per Roma contro l’insonnia"

Nancy Brilli (Fotogramma)
Nancy Brilli (Fotogramma)
15 marzo 2024 | 15.39
LETTURA: 2 minuti

“Convivo con l’insonnia praticamente da sempre. Ho iniziato a soffrirne quando avevo 18 anni, all’inizio faticavo ad addormentarmi poi con il tempo è diventata una condizione cronica. La mia insonnia è resistente a qualsiasi farmaco. Ho provate di tutto: benzodiazepine, sedute di yoga, training autogeno, neanche l’ipnosi mi ha salvata. Così la notte esco, mi concedo lunghe camminate tra le vie di Roma, porto a spasso il cane alle tre del mattino, poverino, prendo il taxi. Quando rientro leggo molto e guardo le serie tv. Una notte di pioggia non potendo uscire ho ridipinto interamente una stanza di casa”. Lo racconta all'Adnkronos Nancy Brilli, uno dei volti più noti del teatro e del cinema italiani, in occasione della Giornata mondiale del sonno che si celebra oggi, 15 marzo.

L’attrice romana, che quest’anno festeggia 40 anni di carriera (il suo debutto nel mondo dello spettacolo risale al 1984 quando Pasquale Squitieri le affida il ruolo di Miriam Petacci in "Claretta") quando si tocca l’argomento insonnia è un fiume in piena. Sa che con la sua stessa condizione fanno i conti 12 milioni di italiani. Nel nostro Paese si stima che circa un adulto su 4 soffra di insonnia cronica o transitoria, con una prevalenza superiore nelle donne (60% circa del totale insonni), secondo i dati della Società italiana di neurologia (Sin) e dell'Associazione italiana di medicina del sonno (Aims).

“Anche oggi, nonostante assuma delle gocce che mi ha prescritto il mio medico – afferma l’artista in coppia con Pierluigi Iorio in Pechino Express 2024 – dei preparati galenici, io mi sveglio 3-4 volte ogni notte. E inizio a girare per la mia città. Con il Covid, poi, pensavo di stare meglio invece l’insonnia è peggiorata. Risultato? Sono sempre stanca, nervosa, irritabile e con gli occhi gonfi. Non una cosa da poco per chi fa televisione e cinema”. Il grande e piccolo schermo sono impietosi “per questo più volte sono stata costretta a immergere la faccia in acqua gelata e ghiaccio”. Recitare in teatro, invece, “è tutta un’altra cosa, andare in scena sul palco ti fa dimenticare tutto”.

Con gli anni “ho imparato a gestire questo mostro – confida al telefono Nancy Brilli mentre è in treno – ma non è stato facile, sotto tutti i punti di vista”. Ha dovuto smettere con farmaci a base di benzodiazepine “perché la memoria per un attore è tutto”. L’ultima volta che ha dormito? “Quando ero incinta di mio figlio Francesco, nel 2000. Dormivo di notte e anche il pomeriggio mi concedevo lunghe ‘pennichelle’. Davvero un bellissimo periodo. Poi più nulla”. Da allora è abbonata ad una cooperativa di taxi della Capitale. “Mi faccio scorrazzare per le strade di Roma, ma che tristezza vederla ridotta così”, conclude.

(Di Francesca Filippi)

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