"Onore ai combattenti. A quelli ancora in piedi e forti e a quelli seduti, per malattia e per stanchezza. Come mio padre". Lo dice, interpellata dall'Adnkronos, Danila Subranni, figlia dell’ex ufficiale del Ros Antonio Subranni, commentando la sentenza della Corte di Cassazione sul processo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia che ha confermato l'assoluzione del generale “per non aver commesso il fatto”.
"Arrivi vigore a tutti da questa sentenza - l'auspicio di Danila Subranni - che dà la convinzione e anche la speranza che la giustizia, se sbaglia, può tornare indietro. Io non ho il dono della dimenticanza e per me chi sbaglia deve pagare - dice la figlia del generale del Ros - Magistrati onorevoli hanno finalmente restituito la dignità non a mio padre, non ai "combattenti" che mai l'hanno perduta, ma alla giustizia stessa di cui predicano il verbo. In altre sedi e in modo lineare, a testa alta, io e la mia famiglia chiederemo a uno a uno, nei linguaggi e nei modi che la legge consente, il risarcimento di tanto dolore inflitto che non ha portato bene neanche a loro, vergogna dello Stato. La Cassazione, confermando l'assoluzione per non avere commesso il fatto, silenzia per sempre le voci scomposte degli accusatori di professione e di occasione e le voci degli ignoranti. La tela di ragno è stata squarciata dal vento, il loro castello si è infranto. Adesso, si pieghino e ne raccolgano, in silenzio, i pezzi".