Durissimo attacco dell'ex comandante della Guardia costiera ex M5S: "Pronto a votare contro la fiducia"
di Elvira Terranova
"Questo governo sul fronte immigrati sta agendo male, anzi malissimo. In maniera frammentaria. Siamo in mano a degli avventurieri. La verità è questa. Con un decreto firmato inopinatamente da quattro ministri, tra cui anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Un fatto gravissimo, da parte di Di Maio, non capire l'errore di quel decreto, perché un capo della Farnesina dovrebbe immaginare quale sia la reazione geopolitica. Basti vedere come hanno reagito Malta e Libia firmando atti analoghi. Dove dovrebbero andare queste persone?". Gregorio De Falco, senatore del Gruppo Misto, l'ex comandante della Guardia costiera eletto con il M5S ma poi espulso dal movimento, non riesce proprio a digerire il decreto firmato nei giorni scorsi dal governo per dichiarare i "porti chiusi" a causa dell'emergenza coronavirus. Un decreto firmato dai ministri dei Trasporti De Micheli, degli Esteri Di Maio, della Salute Speranza e dell'Interno Lamorgese, che fa arrabbiare l'ex comandante conosciuto per il suo accorato invito al comandante Schettino di restare sulla Costa Concordia.
"Non lo ha firmato neppure il presidente del Consiglio Conte - dice De Falco in un'intervista all'Adnkronos - Il che mi sembra alquanto singolare, sembra quasi un ammutinamento...". "Queste cose fatte senza ragionare sono assurde - aggiunge ancora De Falco - Quando abbiamo dato la fiducia al governo era stata data sulla base di un obiettivo, che era quello della discontinuità con il governo precedente. Ecco perché ieri abbiamo firmato l'ultimo appello con alcuni colleghi per dire che la discontinuità è dovuta". E annuncia che se al decreto 'Cura Italia' si è astenuto "per dare un segnale al premier Conte", la prossima volta, "se il presidente non darà seguito a questa annunciata discontinuità...", potrebbe votare anche contro il governo.
"Bisogna capire cosa pensa Conte di questo decreto, visto che è stato in silenzio - dice ancora De Falco - il che è davvero singolare. In questo modo vengono violate apertamente le norme della Convenzione internazionale di Montego Bay. Eppure, l'Italia è obbligata a rispettare le convenzioni internazionali". "Quello che chiedono quei deputati, anzi "quella gente lì", citando il tweet di ieri di Matteo Salvini in cui pubblica la foto dei parlamentari firmatari dell'appello, "è in linea con quello che dico, noi stiamo chiedendo discontinuità, quella discontinuità che il premier ha annunciato quando chiese la fiducia e che ancora oggi non c'è. Anzi, per controllare un fenomeno non bisogna fare finta che non esista".
E Gregorio De Falco fa l'esempio della interruzione dei voli per la Cina decisa dal governo. "Secondo lei quelli che dovevano venire non sono arrivati lo stesso dalla Cina usando altri aeroporti? Ovviamente sì, solo che in questo modo non è stato possibile tenerli sotto controllo. E lo stesso vale per i migranti". "Se io blocco tutto in realtà non fermo un fenomeno che è naturale, tanto è vero che in questi giorni ci sono stati diversi sbarchi autonomi in Sicilia. Io devo andarli a prendere, intanto per evitare che muoia la gente...", spiega.
E fa una proposta per arginare il fenomeno: "Bisogna rimettere in mare le nostre navi istituzionali" come accadde nel 2013 dopo la tragedia di Lampedusa. "Con la presenza delle navi istituzionali - dice - le ong potrebbero sparire. Nel 2013 le ong non c'erano, perché in mare c'erano navi istituzionali, non avrebbero più ragion d'essere, la loro presenza è di supporto e sorveglianza. Come si è visto in questi giorni". Per De Falco "ci sono centinaia di persone a mare, anche se c'è una sola nave di ong. Quello che spinge le persone in mare arriva da dietro, la guerra in Libia, tanto per citarne una. Non si può escludere che i libici vogliano creare anche altra confusione".