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Covid Italia, impennata di contagi e morti in 7 giorni

Il monitoraggio Gimbe: +42,3% i casi e +33% i decessi, cresce pressione su ospedali

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23 dicembre 2021 | 11.26
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Impennata, in 7 giorni, di nuovi contagi e morti da Covid in Italia. Crescono anche i ricoveri e le terapie intensive così come i casi attualmente positivi e le persone in isolamento domiciliare. E' quanto emerge dal monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe nel periodo 15-21 dicembre. In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano 177.257 nuovi contagi (+42,3%); 882 morti (+33% con una media di 126 al giorno rispetto ai 95 della settimana precedente), di cui 45 riferiti a periodi precedenti; 149 ricoveri in terapia intensiva (+17,3%); 1.218 ricoverati con sintomi (+17%); 85.383 persone in isolamento domiciliare (+29,5%) e 86.750 casi attualmente positivi (+29,2%).

"Da oltre due mesi – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si assiste ad un aumento dei nuovi casi, che nelle ultime due settimane ha subìto una forte accelerazione. La media mobile a 7 giorni dei nuovi casi è passata da 15.521 dell’8 dicembre a 25.322 il 21 dicembre (+63,2%), un’impennata favorita anche dalla rapida e progressiva diffusione della variante Omicron nel nostro Paese, ampiamente sottostimata da un sequenziamento insufficiente".

Il rapporto positivi/persone testate ha raggiunto il 28,1%, quello positivi/tamponi molecolari il 10,5% e quello positivi/tamponi antigenici rapidi l’1,2%. In tutte le Regioni, eccetto la Provincia Autonoma di Bolzano, si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi: dal 12,4% del Friuli-Venezia Giulia al 86,3% dell’Umbria.

In 54 Province l’incidenza supera i 250 casi per 100.000 abitanti: Imperia (861), Treviso (714), Vicenza (597), Venezia (556), Trieste (556), Padova (542), Rimini (518), Verona 451), Milano (450), Reggio nell'Emilia (438), Bolzano (433), Forlì-Cesena (424), Lodi (421), Monza e della Brianza (412), Varese (411), Pordenone (405), Savona (387), Verbano-Cusio-Ossola (386), Ravenna (385), Torino (370), Biella (370), Rovigo (356), Ancona (353), Aosta (353), Bologna (351), Gorizia (348), Pavia (339), Fermo (338), Reggio di Calabria (333), Como (333), Asti (330), Belluno (326), Mantova (322), Cuneo (318), Udine (315), Trento (314), La Spezia (312), Ferrara (306), Modena (304), Caltanissetta (302), Novara (298), Latina (292), Livorno (291), Genova (285), Pistoia (280), Messina (280), Brescia (280), Roma (276), Cremona (268), Napoli (268), Grosseto (264), Sondrio (264), Macerata (257) e Arezzo (254).

"L’impennata della curva dei contagi, la lenta e progressiva congestione degli ospedali, l’incertezza sulla reale prevalenza della variante Omicron nel nostro Paese, i dati preliminari sulla sua maggiore contagiosità e le incognite sulla protezione vaccinale aprono scenari che impongono scelte politiche tempestive e rigorose, perché i vaccini da soli potrebbero non essere sufficienti a contrastare l’avanzata della variante, come già ribadito dall’Ecdc e dall’Oms", commenta ancora Cartabellotta.

Per questo Gimbe invita il Governo a considerare un lungo elenco di proposte per contenere la quarta ondata. Innanzi tutto - si legge nel testo - introdurre immediatamente l’obbligo vaccinale per tutte le categorie di lavoratori a contatto con il pubblico e nel medio periodo per tutta la popolazione; accelerare la somministrazione delle terze dosi e le vaccinazioni nella fascia 5-11 anni; ridurre le tempistiche di somministrazione della dose booster (a 3-4 mesi dal completamento del ciclo vaccinale), innanzitutto per anziani e fragili; attuare strategie di provata efficacia per contrastare l’esitazione vaccinale, in particolare per gli over 50 a rischio elevato di malattia grave e per la fascia 12-19 al fine di ridurre la circolazione del virus nelle scuole.

E ancora: istituire l’obbligo di mascherina Ffp2 nei luoghi pubblici al chiuso e sui mezzi di trasporto; allineare la validità del green pass rafforzato ai tempi stabiliti per la somministrazione della dose di richiamo; estendere l’obbligo del green pass base ai luoghi di ritrovo dove al momento non è richiesto (es. centri commerciali, luoghi di culto); ridurre la capienza massima dei luoghi di aggregazione (es. discoteche, stadi, cinema, teatri); vietare lo svolgimento di grandi eventi pubblici per il Capodanno; incentivare lo smartworking ed emanare norme per una corretta areazione e ventilazione nei locali scolastici e nei luoghi aperti al pubblico.

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