Il report Gimbe: record casi in Umbria con un +257,6%, incidenza alta in 45 province. Oltre 5,1 milioni di tamponi in una settimana. Zoccolo duro no vax da 2,34 milioni di over 50
In 7 giorni un'impennata di nuovi contagi da Covid in Italia: +80%. E' il dato segnalato dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe che fotografa nella settimana dal 22 al 28 dicembre l'esplosione dei casi: sono stati 320.269 contro i 177.257 censiti la settimana precedente. I numeri salgono ovunque, tranne che nella provincia autonoma di Bolzano. Si va dal +9,6% segnato dal Friuli-Venezia Giulia all'aumento record del +257,6% registrato in Umbria.
Lievitano anche i casi attualmente positivi (+55,9%): con l'aggiunta di 214.712 persone il dato sale a 587.622, la settimana scorsa erano meno di 375mila. In 45 province l'incidenza supera i 500 casi per 100mila abitanti. I dati più alti a questa voce sono quelli di province lombarde: Milano (1.243), Lodi (1.158), Monza e della Brianza (1.023), Varese (907), i più bassi sono quelli di Trieste (521), Pisa (513) e Rieti (508).
"Da due mesi e mezzo - dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - si rileva un aumento dei nuovi casi, che nell'ultima settimana ha subito un'ulteriore impennata, superando quota 320mila, sia per l'aumentata circolazione virale sia per l'incremento del numero dei tamponi".
Oltre ai positivi a Covid-19, nella settimana 22-28 dicembre lievitano anche i ricoveri con sintomi, che passano a 10.089 da 8.381 della settimana precedente, e le terapie intensive (1.145 pazienti rispetto a 1.012). "Sul fronte ospedaliero - spiega Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe - aumentano ancora i posti letto occupati da pazienti Covid: rispetto alla settimana precedente +20,4% in area medica e +13,1% in terapia intensiva".
A livello nazionale, al 28 dicembre, il tasso di occupazione da parte di pazienti Covid è del 15,9% in area medica e del 12,6% in area critica, con notevoli differenze regionali. "Aumentano ancora gli ingressi giornalieri in terapia intensiva - puntualizza Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe - la cui media mobile a 7 giorni sale a 100 ingressi al giorno rispetto agli 85 della settimana precedente".
Sul totale degli attualmente positivi, evidenzia comunque Gimbe, si registra una notevole riduzione della percentuale dei pazienti ricoverati in area medica e in terapia intensiva. Questo grazie all'identificazione di un maggior numero di casi, l'aumento delle coperture vaccinali e delle terze dosi, l'aumento del numero delle persone guarite e grazie al numero elevato di casi nella fascia 0-11, meno soggetta a forme severe di malattia. Inoltre, nelle prossime settimane si potrà valutare anche la possibile minor virulenza della variante Omicron. In particolare, si legge nel report, negli ultimi 14 giorni per l'area medica la media mobile a 7 giorni è scesa dal 2,42% del 14 dicembre all'1,87% del 28 dicembre e per le terapie intensive dallo 0,30% del 14 dicembre allo 0,22% del 28 dicembre.
Code ai drive through, ai punti tampone o davanti alle farmacie si sono viste in tutta Italia. E i dati dei test effettuati in Italia confermano l'aumento della domanda di diagnostica Covid. Nelle ultime 2 settimane i tamponi sono saliti del 38%: da 3,7 milioni della settimana 8-14 dicembre a oltre 5,1 della settimana 22-28 dicembre, secondo il monitoraggio. Crescono sia i rapidi che i molecolari eseguiti.
Ma l'aumentata attività di testing, analizza Gimbe, è "solo una delle determinanti della crescita dei nuovi casi": dalla seconda metà del mese di dicembre, infatti, si rileva da un lato un'impennata del tasso di positività dei tamponi antigenici rapidi (la media mobile a 7 giorni è salita dallo 0,8% del 14 dicembre al 2,8% del 28 dicembre) dall'altro un netto aumento del tasso di positività dei tamponi molecolari (la media mobile a 7 giorni è passata dal 9,5% del 14 dicembre al 15% del 28 dicembre).
Il rapporto positivi/persone testate ha raggiunto il 37,8%. "Questi dati - osserva ancora Cartabellotta - dimostrano una notevole crescita della circolazione virale sia per la progressiva espansione della variante Omicron, molto contagiosa, che per l'aumento dei contatti sociali nel periodo delle festività, il cui impatto su ricoveri e decessi sarà visibile nelle prossime settimane".
E se l'81,4% degli italiani ha ricevuto almeno una dose di vaccino anti-Covid, le persone non vaccinate nella popolazione che avrebbe accesso all'iniezione scudo, al 28 dicembre risultano 9,44 milioni. Di questa quota senza nemmeno una dose, 3,42 milioni appartengono alla fascia 5-11 anni che ha iniziato le somministrazioni da poco, ma 2,34 milioni sono over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ricovero: "Uno zoccolo duro ormai da scalfire", sottolinea Gimbe. Guardando all'andamento della campagna vaccinale, nella settimana 20-26 dicembre si osserva che il numero dei nuovi vaccinati è sceso del 27%, a quota 201.180 rispetto ai 275.641 della settimana precedente. A fronte di 93.771 nuovi vaccinati nella fascia 5-11, crolla il numero degli over 12: -47,5% rispetto alla settimana precedente.
Le coperture con almeno una dose di vaccino variano dal 97,8% degli over 80 al 6,3% della fascia 5-11, così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto il 72,5%, nella fascia 70-79 il 57,9% e in quella 60-69 anni il 48,3%. Al 29 dicembre in Italia le terze dosi somministrate erano oltre 18,2 milioni, con una media mobile a 7 giorni che, con i rallentamenti del 24, 25 e 26 dicembre, è scesa a 261.714 somministrazioni al giorno. Tasso di copertura nazionale: 58,9% (che varia dal 45,2% della Sicilia al 68% della Provincia autonoma di Trento e della Valle D'Aosta).