Indice sopra 1 in 10 regioni secondo il monitoraggio Iss, Basilicata con dati da zona rossa
Rt stabile a 0.99 in Italia. L'indice è superiore a 1 in 10 regioni. L'epidemia di coronavirus accelera e servono "urgenti misure". L'epidemia "dopo un iniziale lento peggioramento, entra questa settimana nuovamente in una fase in cui si osserva una chiara accelerazione nell’aumento dell’incidenza nazionale. Sono necessarie urgenti misure di mitigazione nazionali e puntuali interventi di mitigazione e contenimento nelle aree a maggiore diffusione per evitare un rapido sovraccarico dei servizi sanitari", evidenzia la bozza del report Iss-ministero della Salute sul monitoraggio settimanale dell'epidemia di Covid-19, relativo alla settimana 15-21 febbraio. "L’età media dei casi diagnosticati è diminuita a 44 anni", precisa la bozza.
L'indice Rt calcolato sui casi sintomatici di covid, è pari a 0.99 (range 0.93-1.03), come la scorsa settimana. Il limite superiore va oltre 1. Secondo la bozza del monitoraggio, l'Rt è superiore a 1 in 10 regioni. "Dieci Regioni e province autonome hanno un Rt puntuale maggiore di 1 di cui una (Basilicata) ha un Rt con il limite inferiore superiore a 1.25, compatibile con uno scenario di tipo 3. Delle altre nove, cinque hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni e province autonome hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno", si legge nel documento.
Le 10 Regioni con un Rt puntuale sopra 1 sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Molise, Piemonte, provincia autonoma di Trento, Toscana, Umbria. Inoltre "si osserva un peggioramento anche nel numero di Regioni/Province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (8 Regioni/Pa vs 5 la settimana precedente)". Le 8 Regioni/Pa sono Marche, Molise, Bolzano e Umbria, che presentano un sovraccarico sia nelle terapie intensive sia in area medica, e Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Trento dove il sovraccarico riguarda solo le intensive.
"Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale continua ad essere alto, ma sotto la soglia critica (24%)", si legge. Però "complessivamente - precisano gli autori - il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in aumento da 2.074 (16 febbraio 2021) a 2.146 (23 febbraio)". Nello stesso periodo, invece, "il numero di persone ricoverate in aree mediche è sostanzialmente stabile (da 18.463 a 18.295)". "Tale tendenza a livello nazionale - sottolineano gli esperti - sottende forti variazioni inter-regionali con alcune Regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all'incidenza, impongono comunque misure restrittive".
"Alla luce dell’aumentata circolazione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità e del chiaro trend in aumento dell’incidenza" di Covid-19 "su tutto il territorio italiano, si ribadisce di innalzare le misure di mitigazione per raggiungere una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità", è l'indicazione contenuta nella bozza del report.
"È fondamentale - si ribadisce - che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine. Si ribadisce la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi".