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Coronavirus, Burioni: "Riusciremo a controllare infezione"

Il virologo: "Ce l'hanno fatta i cinesi, ce la faremo anche no". Poi aggiunge: "Il dopo virus? E' una previsione impossibile da fare"

(Foto Fotogramma)
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27 marzo 2020 | 08.54
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"Per fortuna il mondo di oggi è molto più forte, molto più organizzato, molto più pronto a combattere, per cui spero che alla fine riusciremo a controllare questa infezione: ce l'hanno fatta i cinesi, ce la faremo anche noi. Il dopo virus? E' una previsione impossibile da fare, non abbiamo strumenti per fare pronostici". A dirlo è Roberto Burioni, professore ordinario di Microbiologia e Virologia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, in un'intervista al quotidiano "Il Mattino".

Secondo Burioni, "l'unica forza che abbiamo è sapere che il virus non si trasmette da solo: lo trasmettiamo noi con i nostri comportamenti. Quindi dobbiamo stare in casa, non uscire, e quando usciamo dobbiamo stare attentissimi, perché un contatto ravvicinato può trasmettere il virus. So che si tratta di grandi sacrifici, ma è necessario farli, e presto vedremo dei risultati. Non abbiamo altra strada: dobbiamo dare agli ospedali il tempo di organizzarsi e alla scienza di trovare qualcosa di utile".

Il virologo si dice convinto che la "sottovalutazione iniziale" abbia "aiutato l'acuirsi della situazione: quelle settimane prima del 7 marzo quando ancora la gente andava alle partite, in montagna, alle feste e si ritrovava in gruppo, ha aiutato moltissimo la diffusione del virus. Però adesso - sottolinea - stiamo vedendo che la situazione cambia, perché stando in casa il virus sta rallentando la sua corsa. Non c'è altro modo in questo momento per combatterlo. Poi dobbiamo anche essere un po' ottimisti, perché come tutte le malattie respiratorie, quando arriva il caldo, non lo sappiamo con certezza, si trasmettono di meno. E forse anche il Covid-19 con la bella stagione si trasmetterà di meno. E poi dobbiamo sperare che qualche miglioramento nella terapia porti a poter affrontare meglio questa pericolosa infezione", conclude.

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