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Carceri in rivolta, 7 morti. Caos da Milano a Foggia

Liberati gli ostaggi nel carcere di Melfi, si tratta per il rientro in cella

(Immagine di repertorio - Fotogramma)
(Immagine di repertorio - Fotogramma)
09 marzo 2020 | 11.36
LETTURA: 7 minuti

Carceri in rivolta e caos da Milano a Palermo. E' ancora in corso la protesta nel carcere di Matera, così come quelle a Foggia - dove mancano all'appello circa 60 detenuti - a Bari e Trani, dove la situazione sembra esser rientrata. Mentre sono stati liberati gli ostaggi dei detenuti nella rivolta scoppiata a Melfi (Potenza): erano un ispettore e tre assistenti capo coordinatori di polizia penitenziaria e personale sanitario (un dottore e un’infermiera). A riferirlo all’Adnkronos è stato il vicesegretario di Osapp Basilicata, Giuseppe Cappiello. Anche a Melfi la protesta è sorta contro le restrizioni ai colloqui con i visitatori imposte per l’emergenza coronavirus. Si sta ancora trattando per il rientro di tutti i detenuti nelle celle della struttura lucana e il ritorno alla normalità.

Danneggiato l'istituto penitenziario di Salerno, dove la rivolta è terminata ieri, mentre proseguono le proteste a Poggioreale, con danneggiamenti, ad Ariano Irpino e a Santa Maria Capua Vetere dove c'è stata una vera e propria rivolta. A Modena la sommossa si è conclusa con 7 detenuti morti mentre si continua a protestare a Piacenza, Ferrara, Reggio Emilia e Bologna. Terminate le rivolte a Frosinone e a Cassino, dove si sono registrati numerosi danneggiamenti, rientrate a Rebibbia e Regina Coeli mentre resistono le rivolte a Rieti e Velletri. Finita la protesta al Marassi di Genova, rientrata la rivolta a La Spezia. La situazione resta tesa in Lombardia, dove sono in corso le rivolte a San Vittore e a Pavia, e le proteste a Como e Cremona. Rientrata la protesta a Torino, quella di Prato e Pisa, ma prosegue quella all'Ucciardone a Palermo. La situazione aggiornata è stata resa nota dal sindacato della polizia penitenziaria Sappe.

7 MORTI - "Sale a 7 il numero dei detenuti del carcere di Modena, devastato ieri dalle violenze, che sono morti per probabile overdose dopo avere saccheggiato l’infermeria durante la rivolta: si tratta di un detenuto che era stato trasferito ad Ascoli Piceno" riferisce il Sappe. "Devastazioni anche nei penitenziari di Rieti e Velletri. Una rivolta in corso anche ad Alessandria. Salgono a 32 le carceri italiane nelle quali le frange più violenta dei detenuti, spalleggiati all’esterno da movimenti di solidarietà costituiti da loro familiari, hanno strumentalizzato l’emergenza coronavirus per devastare e inutilizzare interi Reparti detentivi e celle, sollecitando provvedimenti straordinari come l’amnistia".

MILANO - Fumo dal penitenziario di San Vittore (Video) per la protesta relativa alle misure per il Covid 19. La rivolta sarebbe riuscita perché i detenuti sarebbero riusciti ad impossessarsi di alcune chiavi di servizio. Lo apprende l'Adnkronos. La protesta partita in mattinata dal secondo piano si è poi estesa al terzo e al quarto piano. I detenuti "hanno distrutto un reparto intero e sono ancora sul tetto". Lo spiega una fonte vicina al carcere milanese. La rivolta sarebbe stata attuata da parte dei detenuti del reparto 'La Nave' riservato a chi soffre di forme di dipendenza. Alcuni sono saliti sul tetto per protestare contro la sospensione dei colloqui con i parenti, misura imposta per provare ad arginare i possibili contagi. Due detenuti sono stati soccorsi dopo i disordini per aver assunto probabilmente metadone "in eccesso", come fa sapere l'Areu Lombardia.

TORINO - E' rientrata la protesta pacifica dei detenuti reclusi in alcune sezioni ordinarie del padiglione B del carcere torinese delle Vallette dove alcuni letti erano stati posizionati davanti agli accessi mentre era cominciata una battitura delle inferriate. A seguito della mediazione della direzione della struttura carceraria e dei personale di polizia penitenziaria, che hanno spiegato che si tratta di un provvedimento a tutela della salute loro e dei loro familiari, la situazione è rientrata alla normalità. La protesta era infatti partita a seguito delle modifiche nelle modalità di colloquio tra detenuti e familiari per contenere l’emergenza coronavirus.

LA SPEZIA - Un'ora di rivolta con un gruppo di cinque detenuti saliti sul muro di cinta del carcere Villa Andreini alla Spezia, a circa 8 metri di altezza. E' successo intorno all'ora di pranzo. All'interno della struttura circondariale la protesta è stata accompagnata dalle urla degli altri detenuti. L'accaduto ha fatto scattare il piano di allarme della struttura, con tutto il personale entrato in servizio in tenuta antisommossa e il perimetro dell'edificio circondato dall'esterno con un cordone anti-evasione. Intorno alle 15 dopo un'ora di trattativa la situazione è rientrata. Altre proteste avevano riguardato già ieri sera le altre strutture carcerarie della Liguria, in particolare Marassi a Genova e Sanremo, dove i detenuti per alcuni minuti hanno acceso le luci e sbattuto sulle sbarre vettovaglie. Nel carcere femminile di Pontedecimo, a Genova, è stato appeso un lenzuolo all'esterno con scritte riferite alla richiesta di indulto.

BOLOGNA - Protesta anche a Bologna. Lo riferiscono Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesso Campobasso, segretario nazionale che spiegano: "I detenuti hanno incendiato i materassi e sembra che stiano sfasciando tutto ciò che trovano all’interno delle sezioni detentive. E' stato lanciato l’allarme e sono stati chiesti i rinforzi anche al personale in servizio al provveditorato regionale".

PRATO - Sarebbe terminata, da quanto si apprende, la protesta che era scoppiata in due sezioni del carcere di Prato. Domati anche gli incendi divampati in alcune celle. Dopo una trattativa tra dirigenti della polizia penitenziaria, della polizia di Stato e detenuti, la situazione sarebbe tornata sotto il controllo delle autorità. Nel corso della protesta non ci sarebbero stati feriti. Resta comunque alta l'attenzione intorno al penitenziario con decine di poliziotti e carabinieri schierati nelle vie esterne alla struttura e un elicottero delle forze dell'ordine che sorvola la zona.

ROMA - Situazione rientrata nel carcere di Regina Coeli dove nella tarda mattinata di oggi, sulla falsariga delle proteste scoppiate in diverse carceri italiane, diversi detenuti avevano dato fuoco a materassi e oggetti nelle celle. Situazione rientrata anche nel nuovo complesso di Rebibbia dove la protesta dei detenuti aveva fatto temere il peggio anche a causa del supporto arrivato loro dai parenti in strada, a bloccare la via Tiburtina. Materassi bruciati, disordini, ma nessun evaso dal carcere e nessun ferito tra agenti penitenziari e detenuti. La polizia, che ha alleggerito il dispiegamento di forze messe in campo nei primi concitati momenti, è ancora sul posto per scongiurare ogni nuovo tentativo di rivolta.

Rientrate le rivolte negli istituti romani, sono invece scoppiate quelle ben più violente nelle carceri di Velletri e Rieti, in parte letteralmente in mano ai detenuti. Dalle strutture, ormai devastate, non risultano al momento evasi.

BARI - Dopo quella di ieri sera, questo pomeriggio nuova protesta dei detenuti, per fortuna e per ora limitata solo alla 1° sezione, nel carcere 'Carrassi' di Bari, contro la sospensione dei colloqui con i familiari a causa del coronavirus fino al 31 maggio. I detenuti hanno sbattuto oggetti contro le ringhiere delle celle. Anche a Bari, come Trani, si è levato in volo un elicottero delle forze dell'ordine. Ieri sera la protesta nelle celle, e' stata accompagnata da quella dei familiari per strada.

MATERA - Protestano pure a Matera i detenuti della locale casa circondariale. Un detenuto è salito sul tetto. Una decina si rifiuta di rientrare nelle celle protestando contro le restrizioni ai colloqui con i visitatori imposte per l'emergenza coronavirus. Gli agenti della Polizia di Stato, i militari dei Carabinieri e della Guardia di Finanza sono intervenuti per contenere e gestire la protesta in sinergia con la Polizia penitenziaria. Il questore di Matera Luigi Liguori sta seguendo direttamente la vicenda, in contatto con i vertici delle altre forze di polizia. Sul posto dirigenti e funzionari della Polizia di Stato ed ufficiali dell'Arma dei Carabinieri.

PALERMO - Nonostante il tentativo di evasione di alcuni detenuti dal carcere Ucciardone di Palermo sia stato impedito, si registra ancora tensione nella zona attorno al carcere. Tutte le vie di accesso sono state chiuse al traffico. Carabinieri e poliziotti in tenuta antisommossa si trovano in tutta la zona per tenere sotto controllo la situazione. Presenti anche dei familiari di detenuti che gridano all'indirizzo dei loro congiunti.

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