E' deceduta agli Spedali Civili di Brescia una bimba di 4 anni affetta da malaria. La piccola Sofia era stata trasportata nella struttura lombarda dall'ospedale Santa Chiara di Trento, fanno sapere dal nosocomio bresciano, già in condizioni gravi.
La malaria è una malattia infettiva causata da un microrganismo parassita che si trasmette all'uomo attraverso la puntura di zanzare del genere Anopheles. In Italia è scomparsa a partire dagli anni '50. I casi che ancora si verificano nel nostro Paese riguardano turisti che rientrano da Paesi a rischio.
PROFILASSI NON NECESSARIA - "Non è necessario procedere ad alcuna azione di profilassi", dopo il decesso della bimba colpita da malaria, evidenzia poi in una nota la direzione degli Spedali Civili, che "unitamente a tutti i collaboratori partecipa al dolore della famiglia per la gravissima perdita".
L'ARRIVO IN OSPEDALE - Per gli accertamenti di competenza del protocollo nazionale è stato spedito all'Istituto superiore di sanità il preparato emoscopico (vetrino). La piccola, deceduta alle 12:15 di ieri per malaria cerebrale, la forma più grave, è arrivata in elisoccorso sabato 2 settembre, nel pomeriggio intorno alle 17 - ricostruisce la struttura bresciana - dall'ospedale Santa Chiara di Trento, dove era stata ricoverata la mattina stessa e dalle 11.30 versava in stato di coma.
LA TERAPIA - I medici hanno proseguito e potenziato la terapia antimalarica correttamente avviata dai colleghi di Trento, ma la bimba era in coma, presentava febbre altissima e si erano già innescati i meccanismi di patogenesi del danno celebrale che hanno causato la morte. Sempre il 2 settembre, è stata eseguita notifica di malattia infettiva all'Ats di Brescia. Successivamente è stata inviata comunicazione relativa all'inchiesta epidemiologica a Iss, ministero della Salute, Ats di Brescia e Regione Lombardia.
LORENZIN INVIA ESPERTI - In relazione alla morte della bimba la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha chiesto una relazione all’assessorato alla Salute della Provincia Autonoma di Trento e ha inviato un gruppo di esperti per accertare le modalità del contagio, considerato che la bambina non risulterebbe aver effettuato viaggi all'estero in Paesi a rischio. "Del gruppo - si specifica in una nota del ministero - faranno parte anche esperti di malattie infettive e tropicali ed esperti dell’Istituto zooprofilattico".
"DANNO CEREBRALE" - La bambina "purtroppo è arrivata da noi in fase terminale". Le condizioni neurologiche "erano gravemente compromesse e la piccola era in coma. Abbiamo solo potuto proseguire e potenziare la terapia antimalarica già avviata a Trento, ma da un punto di vista neurologico non c'è stato nulla da fare e la paziente è deceduta ieri intorno alle 12 a causa del danno cerebrale" spiega all'AdnKronos Salute Ezio Belleri, direttore generale degli Spedali Civili di Brescia. "E' stato fatto tutto il possibile, e anche a Trento i colleghi sono stati molto bravi. La diagnosi è stata precisa e la terapia corretta".
Dall'ospedale trentino Santa Chiara, sottolinea Belleri, "la bambina è stata portata da noi a Brescia perché eravamo la struttura più vicina dotata di Rianimazione pediatrica, e perché abbiamo un Centro per lo studio delle malattie tropicali". La piccola "era stata in vacanza in Italia - aggiunge il Dg - sulla riviera veneta nella zona di Bibione, che come tutto il resto del Paese è indenne da malaria. Ora - conclude Belleri - le autorità sanitarie regionali del Veneto e del Trentino Alto Adige, il ministero della Salute e l'Istituto superiore della sanità procederanno con tutte le attività necessarie a capire qual è stato il vettore dell'infezione".
DISINFESTAZIONE OSPEDALE - "In Italia non sono presenti specie di zanzare che possono trasmettere la malattia ma, nei casi di origine non definibile, le indicazioni dell’Istituto superiore di sanità consigliano di effettuare ugualmente una disinfestazione del reparto come misura di ulteriore profilassi" che verrà effettuata "anche se non si ravvisano rischi per coloro che hanno frequentato il reparto nei giorni scorsi" segnala l'Azienda provinciale di Trento per i servizi sanitari.
"Sono stati fatti tutti gli accertamenti necessari per escludere altre possibili fonti di contagio - si fa sapere - ma senza risultati apprezzabili: rimane quindi di origine incerta. L'ltalia è tra i Paesi indenni da malaria ma questa, come negli altri Paesi europei, continua ad essere la più importante malattia d'importazione, legata per lo più a viaggi in Paesi nei quali la malaria è endemica. Questo caso ha peraltro colpito una persona che non aveva frequentato Paesi in cui la malaria è endemica".
"Il contagio - ricorda all'AdnKronos Salute Paolo Bordon, direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale - può avvenire o recandosi nei luoghi dove la malaria è endemica, o attraverso un vettore o direttamente con scambio di sangue. La prima e l'ultima ipotesi devono essere escluse, dato che la piccola paziente non si era mai recata in viaggi del genere e che è stata sempre trattata con materiale monouso in ospedale. Resta in piedi l'ipotesi vettore", soprattutto considerata la presenza nello stesso ospedale di due bambini con malaria durante il ricovero. E "dato che l'incubazione è dai 6 ai 15 giorni, il contagio potrebbe dunque essere avvenuto in questo modo", attraverso una zanzara.
CASO ECCEZIONALE - Un rebus che lascia perplesso anche Giampiero Carosi, infettivologo dell'università di Brescia. "Quello della bimba di 4 anni morta per malaria cerebrale senza essere uscita dall'Italia è un caso eccezionale, che richiederà un'attenta indagine epidemiologica. In 30 anni a mia memoria abbiamo avuto 3-4 casi di malaria autoctona, alcuni con 'zanzare d'importazione'". Ma come può essere stata infettata la bimba? "E' possibile che una zanzara abbia punto qualcuno infetto, magari di rientro da un viaggio in Africa, perché questo sembra un caso da falciparum, plasmodio prevalente nel continente africano, e poi l'insetto abbia trasmesso il microrganismo alla piccola".
Ma in Italia circola la zanzara anofele? "In Italia ci sono questi insetti - risponde l'esperto - Sono stati rilevati in Appennino, nel Delta del Po. Le zanzare che circolano in Italia, però, non sono molto adatte a trasmettere il falciparum. Anche se, in teoria, potrebbero farlo. Occorrerà un'attenta analisi epidemiologica per chiarire questa vicenda".