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Braccianti occupano la Basilica di Bari

La protesta per le condizioni "caratterizzate da miseria e sfruttamento". A guidarli il sindacalista Soumahoro. Una delegazione è stata ricevuta dall'arcivescovo

(Fotogramma)
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16 luglio 2019 | 13.37
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Circa sessanta lavoratori braccianti stranieri della provincia di Foggia questa mattina hanno occupato simbolicamente la Basilica di San Nicola a Bari per protestare contro la ''ghettizzazione'' delle loro vite e contro lo sfruttamento lavorativo. A guidarli il sindacalista Aboubakar Soumahoro. I manifestanti provenivano da Borgo Mezzanone, San Severo, Manfredonia, Cerignola, Lucera e hanno protestato perché le loro condizioni ''sono caratterizzate da miseria, sfruttamento e vulnerabilità abitativa e lavorativa nella provincia di Foggia''. Hanno chiesto un incontro all'arcivescovo Francesco Cacucci che ha ricevuto una loro delegazione.

''Si vive e si lavora in condizioni di disumanità - ha detto Soumahoro -. L'anno scorso ci sono stati 16 braccianti morti nel giro di 48 ore. Ancora anni prima è morta Paola Clemente. Ci sono state molte lacrime versate ma quelle lacrime non hanno avuto una conseguenza in termini di rispetto dei diritti e della dignità delle persone. Papa Francesco dice che 'il lavoro conferisce dignità all'uomo', invece il nostro è un lavoro privo di dignità e diritti. Una dignità che non conosciamo. Per questo ci siamo presentati qui. Non arretreremo mai nella lotta per i diritti, contro il caporalato e contro i soprusi. Per questo la ringraziamo - ha aggiunto Soumahoro rivolgendosi all'arcivescovo - e le chiediamo di farsi interprete delle nostre richieste per un incontro con il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano''.

''Ben volentieri mi faccio interprete dell'espressione dei vostri diritti - ha detto Cacucci - Come vescovi pugliesi, non una sola volta lo abbiamo fatto. Certamente lo rifarò. Il vero problema che non riusciamo a risolvere in Italia è quello della seconda accoglienza. Non basta accogliere ma bisogna fare in modo che questa accoglienza sia dignitosa. Fin quando non riusciremo a realizzare questo, si alimenta da una parte l'idea di invasione e dall'altra non si riconosce questa dignità umana''.

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