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AstraZeneca, Sileri: "In Italia 15-20% dirà no a questo vaccino"

"Comprensibile dopo le ultime news, ma il discorso costo-beneficio nemmeno si pone per i soggetti sopra i 60 anni"

AstraZeneca, Sileri:
11 aprile 2021 | 14.23
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"Forse la media nazionale" delle persone che diranno no al vaccino AstraZeneca "sarà attorno al 15-20%". Lo dice il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. Dopo le news relative ai casi di trombosi successive alla somministrazione del vaccino, in Italia il farmaco è stato raccomandato per i soggetti di età superiore a 60 anni. Nelle regioni, molte persone dicono 'no' al vaccino AstraZeneca. "La percentuale è variabile da regione a regione. In alcune regioni è molto alta, in Sicilia è tra il 50% e l'80% in alcune aree. Forse la media nazionale sarà attorno al 15-20% ma è comprensibile dopo l'ultima settimana e dopo ciò che ha vissuto AstraZeneca", dice Sileri a Domenica In.

"Il vaccino -evidenzia- non è vietato sotto i 60 anni, il rischio-beneficio di quel vaccino è per tutte le fasce di età. L'incidenza attualmente è attorno a 180 casi per 100.000 abitanti. Con questa circolazione, anche tra i giovani questo vaccino è eccellente per evitare che qualcuno vada in terapia intensiva. AstraZeneca può essere usato in qualsiasi fascia di età, il discorso costo-beneficio nemmeno si pone per i soggetti sopra i 60 anni, è a favore del vaccino. E' chiaro che le persone si preoccupino, mi preoccuperei anche io se non fossi un medico e sentissi certe cose", afferma ancora. "Io ho 49 anni, se dovessero chiamarmi domani per la vaccinazione e mi dicessero che è avanzata una dose di Astrazeneca me la farei domani, non ci penserei un secondo in questo momento di altissima circolazione del virus", afferma.

Sul piano di vaccinazione, Sileri osserva che "alcune regioni hanno una percentuale sulla fascia 70-79 anni troppo bassa, ed è stato spesso un problema di prenotazione. La Lombardia è uno degli esempi: sta recuperando ma ha dovuto cambiare il sistema di prenotazione". Secondo il sottosegretario, "laddove vi sono stati problemi è perché si è partiti male da subito. Si sta colmando un gap, tempo due settimane vedremo le regioni almeno sulla prima dose più allineate. La media nazionale però è del 20%, cioè poco più di un milione ha ricevuto almeno una dose", afferma ancora.

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