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AstraZeneca, richiamo con altro vaccino? Cosa dice Garattini

Il presidente Irccs Mario Negri: "Seconda dose si potrebbe fare con J&J o con Sputnik"

(Foto Afp)
(Foto Afp)
16 marzo 2021 | 11.53
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Visto lo stop del vaccino anti-covid AstraZeneca, cosa accadrà a chi ha già ricevuto la prima dose? "Ci sono 12 settimane di tempo tra la prima e la seconda dose", ricorda Silvio Garattini, fondatore e presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, a 'L'imprenditore e gli altri' su Cusano Italia Tv. Quindi non si deve preoccupare ora del richiamo chi ha ricevuto la prima, ma se il vaccino "dovesse venire bloccato definitivamente" è "molto probabile che si possa fare la seconda dose con un altro vaccino, anche se non abbiamo dei dati. Nel frattempo però si faranno le prove". "Potrebbero fare la seconda dose con il Johnson & Johnson oppure con lo Sputnik, che è fatto sullo stesso principio di AstraZeneca, solo che ha due vettori differenti per le due dosi, mentre AstraZeneca ha lo stesso vettore", ha spiegato Garattini.

"Ci vuole una buona comunicazione - ha aggiunto lo scienziato in merito alla sospensione del prodotto - Bisogna che queste cose non vengano lasciate al caso. I ministri spesso parlano senza sapere cosa dicono, devono parlare le persone che hanno una credibilità e sempre quelle. Io racconterei questo: in Inghilterra siamo giunti a una mortalità per Covid di 1.200 persone al giorno", mentre "dopo l'inizio delle vaccinazioni la mortalità è diminuita del 60%: questa è la riprova che il vaccino è efficace".

"La sospensione temporanea della vaccinazione, di fronte a questi fatti, è un atto dovuto, per ragioni precauzionali. Ci sono le commissioni che valuteranno e io penso che in 4-5 giorni avremo una risposta", ha sottolineato Garattini. "Ci sono Paesi come la Gran Bretagna dove sono state utilizzate milioni di dosi e non ci sono problemi - ha osservato lo scienziato - Poi bisogna dire che in Italia ogni giorno muoiono circa 1.800-2.000 persone, e che qualche persona muoia avendo preso il vaccino il giorno prima fa parte della realtà: il vaccino non dà l'immortalità, protegge soltanto dai danni indotti dal Covid".

In questo momento, ha ribadito Garattini, "noi sappiamo che c'è un rapporto di causa-effetto tra il virus e il tromboembolismo, non tra il vaccino e il tromboembolismo. Che poi ci possa essere qualche lotto che dà degli effetti collaterali più intensi nessuno lo può escludere, ma bisogna sempre considerare il rapporto benefici-rischi: se avessimo avuto il vaccino, non avremmo avuto 100mila morti".

"Gli effetti collaterali sono pochissimi - ha precisato il farmacologo - Sono moltissime le persone che non hanno avuto nessun effetto, come me ad esempio. Io ho fatto il vaccino Pfizer, ma se potessi fare anche AstraZeneca per dare l'esempio lo farei domani".

"Io non sono contrario all'idea che si debbano dare spiegazioni", ha puntualizzato Garattini, anzi "la comunicazione finora è stata pessima, perché la gente ha tutto il diritto di avere dei dubbi. Tutti dobbiamo essere dubbiosi perché siamo di fronte a un evento straordinario, ma è compito del Governo e delle autorità regolatorie dare spiegazioni e non solo una volta. Prima di tutto deve essere una comunicazione indipendente, commissionata dal Governo a qualcuno che gode di credibilità e dovrebbe essere giornaliera. Se voi pensate che continuiamo ancora oggi a dare i dati regionali sulla base dei numeri assoluti, è una comunicazione falsa: un morto nel Molise sono 6 morti in Lombardia, ma la gente percepisce come se in Lombardia ci fosse la catastrofe e nelle altre Regioni non ci fosse niente".

"Adesso si dà il dato del rapporto tra positivi e tamponi, ma se di tamponi se ne facesse uno al giorno avremmo zero casi - ha proseguito l'esperto - Dobbiamo cercare di informare la gente sul valore dei numeri. Ovviamente per la situazione di questo vaccino sono preoccupato" e "speriamo che presto la situazione venga risolta. AstraZeneca di vaccini ce ne dà pochi, ha ridotto del 60%, avremo qualcosa nel secondo trimestre che vuol dire la fine di giugno. Noi abbiamo bisogno di accelerare l'acquisto di vaccini perché ne abbiamo troppo pochi - ha ripetuto Garattini - Abbiamo sbagliato completamente tutto, abbiamo ordinato Pfizer e Moderna a novembre, quando già a maggio gli Usa e la Gran Bretagna, così come Israele, avevano già ordinato".

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