Una proteina potrebbe portare gli anticorpi nel cervello e prevenire l'accumulo delle placche che provocano il morbo. La scoperta della società biotecnologica Genentech Inc di San Francisco è stata pubblicata su 'Science Translational Medicine'
Un'iniezione settimanale di un proteina speciale potrebbe prevenire la malattia di Alzheimer. E' quanto scoperto dalla ricerca della società biotecnologica Genentech Inc di San Francisco, pubblicata su 'Science Translational Medicine'. Per la prima volta - riporta il 'Telegraph' - gli scienziati hanno scoperto come coadiuvare il passaggio di anticorpi attraverso la barriera emato-encefalica: grazie ad una proteina naturale, la transferrina. Una sorta di 'passaporto' per entrare nel cervello. In questo modo è possibile prevenire l'accumolo delle placche beta-amiloidi che attaccano i neuroni e si pensa causino l'Alzheimer.
Un'iniezione a settimana degli anticorpo trasportati dalla proteina - secondo la ricerca che ha utilizzato per la sperimentazione alcuni primati - potrebbe impedire la formazione delle placche. "La barriera emato-encefalica rimane un ostacolo insormontabile per lo sviluppo di terapie contro le malattie neurologiche, in particolare per le grandi molecole come gli anticorpi - spiega Joy Yu, autore dello studio - Se questa tecnica si dimostrerà efficace negli esseri umani, i pazienti potranno ricevere iniezioni settimanali sottocutanee o mensili per via endovenosa per tenere 'a bada' le malattie neurologiche". Secondo Doug Brown, direttore ricerche di Alzheimer's Society, "la barriera agisce come uno strato protettivo bloccando il passaggio del sangue al cervello, tuttavia tale protezione può causare problemi agli scienziati nello sviluppo di farmaci per il trattamento di malattie neurologiche, tra cui la demenza".