Intervista al consigliere del Csm sul carcere duro 'resta uno strumento insostituibile'
"Il 41 bis resta uno strumento insostituibile per un contrasto veramente efficace alle mafie". A dirlo all'Adnkronos è il consigliere del Consiglio superiore della magistratura Antonino Di Matteo. Oggi, in un editoriale l'ex Procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, ribadisce che il carcere duro per i boss non va cancellato. E che "tra le questioni più delicate che la nuova titolare del ministero della Giustizia dovrà ben presto affrontare c'è quella relativa al trattamento dei detenuti per reati di mafia".
Parlando del 41 bis, senza fare un esplicito riferimento all'editoriale di Pignatone, Antonino Di Matteo, che per molti anni è stato pm della Dda di Palermo, ritiene che il carcere duro debba "essere applicato sempre nell'ottica della prevenzione e non in quella della ulteriore afflizione del detenuto".
"Da molto tempo le più raffinate strategie mafiose mirano alla abolizione, o comunque all'affievolimento, del 41 bis - prosegue ancora il consigliere del Csm - Così come, per altro verso, della pena dell'ergastolo. Prima, per ottenere lo scopo, hanno adoperato la strategia delle bombe, oggi sperano di sfruttare a loro favore un preoccupante e generalizzato calo di attenzione per la lotta alla mafia". "Qualsiasi cedimento dello Stato costituirebbe oggi un errore difficilmente rimediabile", conclude il giudice Di Matteo.