Provvedimento eseguito dalla Divisione polizia anticrimine - Sezione Misure di prevenzione patrimoniali - della Questura di Agrigento
Beni per un valore di circa 400mila euro sono stati sequestrati a due fratelli di Canicattì (Agrigento), rispettivamente di 71 e 65 anni. Il provvedimento eseguito da personale della Divisione polizia anticrimine - Sezione Misure di prevenzione patrimoniali - della Questura di Agrigento scattato per immobili a Canicattì e Caltanissetta e depositi bancari intestati ai due fratelli e ai loro familiari.
Uno dei due fratelli, spiegano gli investigatori, "è stato personaggio di primo piano nel panorama delinquenziale della provincia agrigentina, in quanto militante già negli anni ’80 nel clan Stidda, per conto del quale si macchiò di gravi reati subendo diverse condanne, tra cui quella più pesante inflittagli con la pubblica accusa sostenuta dall’allora giovane magistrato Rosario Livatino, vittima della violenza mafiosa, proclamato Beato domenica scorsa". Secondo alcuni collaboratori, il 'giudice ragazzino' fu ucciso proprio perché aveva inflitto forti condanne ad affiliati della Stidda.