"Impossibile per utenti disattivare backup chat, miliardi di dati sensibili copiati e conservati, pronti a class action"
Il Codacons ha denunciato Whastapp al Garante per la Privacy, chiedendo all’autorità "di inibire comportamenti lesivi dei diritti degli utenti e di ordinare all’azienda di conformarsi alle disposizioni europee in tema di privacy". Al centro dell’esposto dell’associazione, l’impossibilità di disattivare la funzione di backup delle chat dall’applicazione WhatsApp negli smartphone con sistema operativo Android.
"Come noto WhatsApp, per impostazione predefinita, salva le chat in locale sulla memoria del dispositivo o sulla scheda Sd inserita nello smartphone Android, e/o su Google Drive -spiega l’associazione- E’ altrettanto noto che i dati oggetto di backup, ad oggi, non risulterebbero criptati. Quando però si tenta di disattivare la funzione di ‘backup su Google Drive’, impostando il valore su ‘mai’, la procedura continua ad avviarsi, arrecando grande disagio agli utenti che utilizzano l’app, soprattutto se questi hanno numerosi file in memoria".
"Anche quando si provvede a disattivare l’applicazione 'WhatsApp su Google Drive’ e addirittura a disinstallare l’applicazione e reinstallarla, il problema continua a ripresentarsi", prosegue il Codacons. A una istanza d’accesso presentata dall’associazione, la società ha risposto che effettivamente "gli utenti possono eseguire ulteriori backup locali sul proprio dispositivo, ma non possono disattivare il Backup Standard", e ciò, riporta il movimento dei consumatori, "per non meglio precisate esigenze di sicurezza informatica degli utenti i quali spesso sono del tutto ignari circa questa procedura di copia automatica delle proprie chat".
Tale situazione "fa sì che la volontà dell’utente di non procedere al salvataggio dei dati non venga rispettata, in violazione dei principi generali sul trattamento dei dati personali: viene effettuato in sostanza un trattamento dati senza il consenso dell’interessato, per finalità non volute dall’utente ed oltre il tempo necessario rispetto alle finalità dello stesso", attacca il Codacons. Un rischio, secondo l’associazione, "potenziale enorme per i consumatori, poiché i proprietari dello smartphone dove si attiva il backup obbligatorio dei dati sono esposti, contro la loro volontà, ad un possibile rischio di data breach".
Per tali motivi il Codacons ha avviato una battaglia legale contro WhatsApp, chiedendo al Garante per la Privacy di aprire un procedimento e ingiungere alla società, in quanto titolare del trattamento dei dati personali degli utenti, di soddisfare le richieste di esercizio dei diritti di cui agli artt. da 15 a 22 del Gdpr - Regolamento generale sulla protezione dei dati, "di conformare i trattamenti alle disposizioni vigenti in materia e di imporre una limitazione provvisoria o definitiva al trattamento, incluso il divieto di trattamento". In assenza di interventi a tutela della privacy degli utenti, il Codacons è pronto a intentare una mega class action contro WhatsApp per conto di milioni di italiani che hanno scaricato l’app sui propri telefonini.