"Fico invitato a venire. Diplomazia italiana utile a tavolo trattative di pace ma negozieremo solo quando Russia si fermerà. A Lugano il Piano di ricostruzione e rilancio produttivo che punterà su alta tecnologia"
Immensa gratitudine, considerazione e fiducia verso il ruolo che l'Italia ha svolto, sta svolgendo e potrebbe svolgere in favore dell'Ucraina sul fronte degli aiuti militari, delle sanzioni economiche contro la Russia, dell'impegno nella ricostruzione del Paese. "Siamo molto grati per la posizione di Draghi che ieri durante l'incontro a Kiev ha confermato che deve essere l'Ucraina a decidere in che ruolo vuole negoziare. E riteniamo che la diplomazia italiana potrebbe essere estremamente utile al tavolo delle trattative di pace, in un coordinamento con i nostri sforzi diplomatici. Ma saremo pronti a negoziare solo quando anche la Federazione russa dimostrerà di esserlo, smettendo di distruggere il nostro paese e di uccidere il nostro popolo". Lo dice all'Adnkronos Oleksandr Kornienko, primo vicepresidente della Verkhovna Rada d'Ucraina, alla guida della delegazione del Parlamento di Kiev in visita a Roma, che, tracciando un bilancio degli incontri avuti, afferma: "E' stato un programma intenso, abbiamo incontrato i rappresentanti di entrambe le Camere; i presidenti Fico e Casellati. Abbiamo preso accordi di collaborazione e sostegno reciproco attraverso sedute e comitati parlamentari ed abbiamo invitato Fico a venire in Ucraina".
Numerosi gli incontri della delegazione anche con esponenti del Pd, vari rappresentanti del ministero degli Esteri ed il vice ministro della Difesa Stefania Pucciarelli, con cui si è parlato di "aiuti militari anche alla luce della strategia russa in questa guerra 'totale'": "abbiamo chiesto artiglieria a lungo raggio, armi anti carro, lancia razzi multipli e difesa anti aerea per bloccare l'avanzata russa. L'Italia ci ha promesso sostegni, ma non posso rivelare cosa". Al centro dei dibattiti nella Capitale anche il "settimo pacchetto di sanzioni economiche contro la Russia e la rinuncia dell'Italia alle fonti energetiche russe. Abbiamo rimarcato come il comportamento scellerato di Mosca innescherà sofferenza in molti paesi, soprattutto africani, dove, a causa del blocco delle derrate di grano nei porti del mar Nero, si patirà la fame. Per questo abbiamo insistito sulla necessità diplomatica di sanzioni morali contro Mosca, che va esclusa da tutte le organizzazioni internazionali e abbiamo puntato sullo status di candidato Ue per l'Ucraina, affinché Kiev alla fine della guerra possa avere il suo posto nella famiglia europea".
Centrale il ruolo proposto da Kiev per Roma nell'ottica della ricostruzione: "Ne abbiamo parlato ieri. L'Ucraina è aperta a varie collaborazioni con l'Italia. Il vostro paese potrebbe assumere il patronato della sfera culturale nelle grandi e piccole città. Sappiamo dell'intenzione del governo italiano a far tornare in vita il teatro di Mariupol. Riteniamo che possa contribuire alla ricostruzione di altri teatri, scuole di musica, musei; Alla ricostruzione di città e infrastrutture, come ponti e reti ferroviarie. Le stime di questi interventi sono ancora in corso, il piano ufficiale non è ancora pronto; lo stiamo elaborando ma sarà presentato in occasione della Conferenza di Lugano in cui confermo che ci sarà una grande delegazione ucraina". Quali saranno i punti chiave del Piano per la Ricostruzione? "Il ripristino delle infrastrutture e dell'edilizia civile ed il rilancio produttivo del paese che punterà all'alta tecnologia, declinata sul fronte It (Information technology - ndr) e di difesa militare, settore in cui l'Ucraina potrebbe diventare un paese leader", risponde il primo vice presidente della Verkhovna Rada d'Ucraina all'Adnkronos. "Oggi abbiamo un'industria metallurgica completamente distrutta, problemi di esportazione dei prodotti agricoli, ma la grande risorsa dei beni intellettuali che la Russia non può intaccare resta. Miriamo ad ampliare il settore It, potenziando la piattaforma con tassazione agevolata per le aziende che operano nel settore. Ne parlavamo prima della guerra e continueremo a farlo". (di Roberta Lanzara)