Il presidente russo 'ha una visione della politica da XIX secolo, potenza basata sul territorio'
Il rischio dell'"invasione su larga scala" avviata nella notte dalla Russia è che "ci possano essere molti morti", pure se al momento non è chiaro quale sia l'obiettivo territoriale di Vladimir Putin, mentre quello politico sembra essere il cambio di governo a Kiev. E' l'analisi di Alessandro Minuto Rizzo, ex vice segretario generale della Nato e presidente del Nato defense college foundation, il quale sottolinea parlando con l'Adnkronos, come il "dittatore" russo abbia un'idea di nazione che "si esprime in termini territoriali, con una visione che è del XIX secolo".
I russi sono entrati in Ucraina la scorsa notte ma al momento non è chiaro fino a dove si vogliano spingere, "credo che le decisioni verranno cammin facendo, vediamo quale sarà il punto finale dell'occupazione: quello che temo è che ci possano essere tante vittime", avverte Minuto Rizzo, con la speranza che Putin possa accontentarsi di "prendere alcuni centri strategici, come Odessa, per esempio, sostenendo di aver raggiunto i suoi obiettivi".
Dal punto di vista politico, secondo l'ex numero due dell'Alleanza, "l'obiettivo finale potrebbe essere quello del cambio di governo a Kiev, con l'arrivo di personalità filorusse a lui vicine". Quello che sembra certo, invece, secondo Minuto Rizzo è che tutto fosse "predeterminato e che già prima di questo ultimo round negoziale con il presidente francese Emmanuel Macron, delle telefonate notturne, avesse già deciso cosa fare e che ne stesse approfittando solo per preparare tutto al meglio".
D'altro canto, ricorda il presidente del Nato defense college foundation, "le richieste da lui presentate nelle settimane scorse erano molto alte, chiaramente non potevano essere soddisfatte, come si fa a chiedere di rivedere daccapo tutto l'ordine di sicurezza europeo: quello che si poteva fare era migliorare la comunicazione, parlarsi, scambiarsi informazioni" e negoziare su temi come i missili. Mentre quello dell'ingresso dell'Ucraina nella Nato "è una leggenda" che lui ha usato in modo pretestuoso.
E Nato e Stati Uniti, al netto di qualche errore e qualche gaffe commessi negli anni scorsi, "in questa occasione non hanno nulla da rimproverarsi, hanno agito bene, non si poteva scrivere in un trattato che l'Ucraina non sarebbe entrata nella Nato, ma era stato promesso ai russi di aprire un negoziato su altri temi....era in corso...", sottolinea l'ambasciatore.
Putin non è più razionale? "Parliamo di una persona che conosciamo fino a un certo punto - osserva - Le persone invecchiano, poi certo ha sempre avuto questo sogno di ricostruire la vecchia grande Russia, l'ultima volta che andai a Mosca nel 2007 Putin aveva nel cassetto una copia del Trattato di Helsinki del 1975 del quale aveva sottolineato alcuni punti che, a suo dire, l'Occidente non aveva rispettato". Una sorta di ossessione che all'inizio aveva anche "una sua logica politica, sulla base della sensazione che fosse il momento giusto per approfittare della debolezza del presidente Biden, ma poi sembra aver perso il senso della realtà e il passo della scorsa notte sembra una cattiva strategia".
Infine Minuto Rizzo parla della "visione da XIX secolo della politica di questo dittatore, che si esprime in termini territoriali, questo appartiene a me questo appartiene a loro". "Ma oggi la politica internazionale nei Paesi liberali - chiosa - si basa sulle capacità tecnologiche, sulle informazioni, sul possesso dei dati, non su una visione muscolare in cui il territorio è l'elemento fondante della potenza".