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Ucraina, gen. Battisti: "Minaccia nucleare? Bluff Putin oppure obiettivo non sono terre contese"

(Ucraina - Fotogramma)
(Ucraina - Fotogramma)
03 ottobre 2022 | 19.12
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La minaccia dell'uso delle armi nucleari "è l'ennesimo bluff di Putin oppure l'obiettivo potrebbe essere diverso" dal territorio conteso. Lo afferma all'Adnkronos il generale di Corpo d'Armata Giorgio Battisti, già primo comandante del contingente italiano della missione Isaf in Afghanistan e membro del Comitato Atlantico Italiano, di fronte alla "spiralizzazione verso la potenziale minaccia nucleare, che indubbiamente ci sta tenendo sul fiato sospeso".

"Nelle potenze - Usa, Russia, Francia o Gran Bretagna - l'ordine di un eventuale - e speriamo mai - utilizzo dell'arma nucleare viene suddiviso tra almeno due persone - osserva il generale Battisti - Per la Russia, dalle varie informazioni, la 'chiave' è in mano a Putin, al ministro della Difesa e al Capo di Stato Maggiore della Difesa: tutti e tre dovrebbero concordare nell'uso; trattandosi di un'arma terribile, non la si lascia in mano a una sola persona, ma è anche vero che in un regime non totalmente democratico è più facile condizionare le decisioni dei propri collaboratori".

C'è poi un dibattito aperto sul tema delle 'armi nucleari tattiche'. "E' un termine - spiega il generale Battisti - prettamente occidentale, introdotto nei primi anni '50 con la guerra di Corea. In Russia non esiste questa distinzione, si parla di armi nucleari a limitata potenzialità (nonstrategic nuclear weapons. La potenzialità di queste armi potrebbe dunque andare dallo 0,1 chilotone a qualche maggiore intensità. Un chilotone è pari a mille tonnellate di tritolo, per capire basti pensare che le bombe di Nagasaki e Hiroshima erano di 15-20 chilotoni".

Tuttavia il generale Battisti pone un tema da tenere da conto: "Se questo sciagurato conflitto di invasione è stato mosso per annettere una parte dell'Ucraina, a mio avviso qualsiasi persona sana di mente non lancerebbe un'arma nucleare proprio sui territori contesi che, a quel punto, diventerebbero inutilizzabili". Quindi la minaccia dell'uso delle armi nucleari "o è l'ennesimo bluff di Putin oppure l'obiettivo potrebbe essere diverso". Ad esempio, "per dimostrare che non scherza" potrebbe rivolgersi contro "l'isola dei Serpenti, l'isoletta del Mar Nero disabitata", sottolinea il generale.

In ogni caso, secondo il generale Battisti, bisogna riflettere sul fatto che l'annessione delle regioni del Donbass da parte della Russia capovolge la logica, dal punto di vista di Mosca: "Putin ha sempre affermato che è la Russia ad essere stata aggredita, fin dal 2014. Dunque, considerando quei territori russi, può ricorrere ad ogni iniziativa per difendersi da quella che viene ritenuta un'aggressione". "Va tenuto presente che nel 1996 il segretario generale delle Nazioni Unite dell'epoca, Boutros Boutros-Ghali, chiese alla Corte internazionale di giustizia una valutazione sull'impiego delle armi nucleari ovvero se fossero considerate proibite dalle convenzioni internazionali, come le bombe a grappolo o le mine anti-uomo; la Corte internazionale ha affermato che, per difendersi in caso di invasione da parte di un Paese terzo, l'uso delle armi nucleari può essere consentito - riferisce - Se colleghiamo a questo parere, la dottrina nucleare russa e il fatto che Putin fin all'inizio del conflitto afferma che la Russia è stata aggredita, il cerchio si chiude".

D'altro canto, ricorda il generale Battisti, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, "è stato chiaro e ha messo in guardia dall'uso del nucleare spiegando che la risposta, convenzionale, della Nato sarebbe fortissima. Potrebbe riferirsi - afferma il generale Battisti - a un intervento missilistico e di fuoco aereo contro le forze russe schierate. E' chiaro che se la Nato intervenisse, entrerebbe apertamente nel conflitto. Bisogna vedere quanto questa presa di posizione influirà sulle decisioni della Russia".

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