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Visite a parenti in ospedale, serve green pass? Le regole

Dalla mascherina fino al tempo massimo, cosa c'è da sapere

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09 marzo 2022 | 10.51
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Tornano le visite ai propri cari ricoverati in ospedale. Dopo due anni dal blocco causa covid in Italia, domani i pazienti potranno incontrare i familiari nei reparti. Servirà la mascherina Ffp2, il green pass rafforzato oppure se si è guariti da meno di 6 mesi un test negativo eseguito nelle 48 ore precedenti l'accesso. Lo prevede l'articolo 7 del decreto-legge 24 dicembre 2021, numero 221, convertito il 18 febbraio 2022, che dispone "l'accesso dei visitatori alle strutture sanitarie ospedaliere, residenziali, socio-assistenziali, socio sanitarie e hospice". Ai direttori sanitari "è data facoltà di adottare misure precauzionali più restrittive in relazione allo specifico contesto epidemiologico, garantendo un accesso minimo giornaliero non inferiore a quarantacinque minuti".

L’accesso non sarà invece consentito ai visitatori in possesso del semplice green pass base, ottenibile tramite il solo tampone antigenico o molecolare). Il blocco delle visite in ospedale aveva suscitano forti critiche e il ripristino degli incontri era atteso da moltissimi italiani che da mesi soffrono l'impossibilità di vedere i propri cari spesso costretti al ricovero per gravi malattie.

“Domani sarà un giorno da ricordare per i tanti pazienti ricoverati nei reparti di degenza dei nostri ospedali e per le loro famiglie. Si potrà infatti tornare a far visita ai propri cari per almeno tre quarti d'ora al giorno. Dopo due anni, finalmente, un altro segnale concreto di ritorno alla normalità, consapevoli che il calore umano e l’affetto di un familiare sono una delle migliori cure per tutti coloro che in questi mesi sono stati costretti ad affrontare in solitudine dolori e sofferenze", commenta all'Adnkronos Salute il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.

"La vicinanza al malato da parte di una persona cara aiuta ad affrontare meglio la degenza in ospedale ed è fondamentale nell’accompagnarlo durante il processo di guarigione. Questo nuovo passo - aggiunge Costa - si inserisce nel percorso di ripresa graduale delle attività ordinarie e di screening negli ospedali, nel solco dell’umanizzazione delle cure, al fine di rispondere in maniera adeguata ai bisogni di salute dei cittadini

Costa ricorda che "sarà necessario il green pass rafforzato ottenuto con tre dosi oppure quello ottenuto dal completamento del ciclo vaccinale primario o da guarigione, entro sei mesi. In questi due ultimi casi - conclude - è necessario però presentare anche l'esito negativo di un tampone rapido o molecolare eseguito nelle 48 ore precedenti".

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