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Terremoto Turchia e Siria, oltre 3.600 morti

Migliaia i feriti, si scava tra le macerie. Il presidente turco Erdogan: "E' il sisma più forte dal 1939"

(Afp)
(Afp)
06 febbraio 2023 | 07.05
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Oltre 3.600 morti e migliaia di feriti. E' il bilancio, ancora provvisorio, del violento terremoto nel sud della Turchia, al confine con la Siria, nella regione dell'Anatolia sud-orientale. La scossa più forte è stata di magnitudo 7.7 della scala Richter, alla quale ne sono seguite altre anche molto forti. L'ultima, di magnitudo 7.6, è stata registrata nella provincia di Kahramanmaras alle 13.24 ora locale di lunedì (11.24 in Italia) ed è stata avvertita anche a Damasco, in Siria con epicentro nel distretto di Elbistan.

Il bilancio fornito dalle autorità turche, infatti, parla di 2.316 morti, mentre gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani riferiscono di 1.348 morti in Siria, per un totale complessivo di 3.664.

La Turchia ha ''ricevuto offerte di aiuto da 45 Paesi, oltre all'Unione europea e alla Nato'', ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha proclamato 7 giorni di lutto nazionale. Ankara ha chiesto formalmente aiuto agli alleati della Nato. Secondo quanto si legge nella richiesta, inviata da Ankara, la Turchia ha bisogno di staff ed equipaggiamento medico, di diverse unità di ricerca e soccorso e di "ospedali da campo", particolarmente adatti "alle avverse condizioni del tempo".

Il presidente americano Joe Biden ha detto che la sua amministrazione "sta lavorando a stretto contatto con il nostro alleato Nato, la Turchia" e che "ha autorizzato una risposta immediata". "Partner umanitari, sostenuti dagli Usa, stanno anche rispondendo alla distruzione in Siria", ha aggiunto il presidente Usa. La portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha annunciato che si terrà "presto" un colloquio tra Biden ed Erdogan. Il presidente turco ha avuto un colloquio telefonico con il presidente francese, Emmanuel Macron.

"Abbiamo bisogno di aiuto. La comunità internazionale deve fare qualcosa per aiutarci, per sostenerci. La Siria nordoccidentale è un'area disastrata. Ci serve l'aiuto di tutti per salvare la nostra gente". A lanciare la richiesta è Ismail Al Abdullah, dei Caschi bianchi, l'organizzazione di difesa civile siriana che opera nelle aree della Siria sotto controllo dei ribelli. Da Sarmada, vicino al confine con la Turchia, Abdullah ha spiegato alla Bbc che "numerosi edifici in diverse città e villaggi della parte nordoccidentale del Paese sono crollati, sono andati distrutti dal sisma. Le nostre squadre hanno risposto a tutte le richieste, in tutti i posti e in tutti gli edifici e tuttora molte famiglie si trovano sotto le macerie. Stiamo cercando di salvarle ma per noi è un compito difficilissimo".

A Idlib è morto uno dei membri dello staff di Msf. Secondo una nota di Medici Senza Frontiere, è stato ritrovato sotto le macerie della sua abitazione mentre altri membri dello staff hanno perso dei familiari.

Sono oltre 40 le scosse di assestamento registrate in Turchia nelle ore successive alla prima, ha riferito l'agenzia per la gestione dei disastri e delle emergenze del ministero degli Interni di Ankara. A causa della elevata magnitudo e della relativa vicinanza al mare, sia il Cat-Ingv che il Koeri hanno poi diramato un'allerta tsunami per il Mediterraneo, un'allerta di tipo Watch, ha sottolineato l'Ingv. Il sisma è stato avvertito anche in Libano, Grecia, Israele e Cipro.

Elbistan, epicentro della violenta scossa di terremoto, registrata alle 13.24 ora locale di lunedì, si trova a circa 100 chilometri a nord di Gaziantep. Una fonte dell'agenzia per la gestione dei disastri e delle emergenze ha spiegato che "non si è trattato di una scossa di assestamento" e che è stata "indipendente" da quella di stamattina all'alba.

I voli in due aeroporti della Turchia sono stati sospesi. L'aeroporto sud-orientale di Hatay è stato chiuso a causa dei danni causati dal sisma. Sono stati inoltre sospesi i voli civili da e per l'aeroporto di Gaziantep, nel sud del paese. Ferme anche le operazioni nel porto di Ceyhan, secondo la Tribeca Shipping Agency.

Gravemente danneggiato il porto di Iskenderun, nel sud della Turchia. Lo ha reso noto la direzione marittima, secondo cui sono crollate alcune parti della banchina. Altri porti in altre città nel sud non hanno subito danni, mentre si sono formate crepe in quasi tutte le piste degli aeroporti delle regioni colpite, ha reso noto il ministero della Difesa di Ankara.

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