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Sinner svela i suoi riti prima dei match, ecco la sua routine

L'azzurro, numero 1 del tennis: "Mi rilasso solo quando guido, Alcaraz geniale"

Jannik Sinner - (Afp)
Jannik Sinner - (Afp)
27 ottobre 2024 | 10.29
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Jannik Sinner e i riti prima di un match. ''La routine inizia negli spogliatoi, mettendo il tape, cambiando il grip al manico della racchetta, scaldandomi. Poi se vado in bagno vuol dire che la partita la sento, ed è giusto così. Se non succede, allora gioco male o perdo. Possono sembrare sciocchezze, ma tutto quello che faccio nella mia giornata ha un senso. Anche stare attento a non mangiare o bere troppo''.

In un'intervista a La Stampa, l'azzurro numero 1 del tennis dice che si rilassa ''guidando, mentre ascolto un po' di musica. Sembra banale, ma non lo è per chi è sempre in giro per il mondo. A Monte-Carlo dopo gli allenamenti a volte mi metto al volante e faccio un giro, anche a Torino per le Atp Finals verrò in macchina''.

Il 23enne racconta cosa gli piace. Come gli sci e il kart. ''Alla fine -dice- ho 23 anni. Sugli sci mi sento sicuro e sui kart non corro certo come un pazzo. La velocità mi piace, sono fatto così. A tre anni e mezzo facevo già le piste nere... Ora, rispetto a due anni fa, scio al massimo un'ora e mezzo, poi si va al ristorante. Sono le cose che mi fanno stare bene''.

Il successo insomma '' non mi ha cambiato, sono sempre lo stesso. Non cammino a testa alta se vinco, non mi deprimo se perdo. Non mi piace stare sotto i riflettori. Non mi atteggio. Chi mi sta vicino sa quanto tempo dedico al tennis. Poi o piaci o non piaci, non si può controllare tutto. Io bado a chi mi sta vicino, alla famiglia, del resto mi importa poco''. Tra gli sport ricorda che sul calcio da piccolo ''ero un centrocampista e volevo sempre andare in porta. Ma non me lo permettevano''.

Quanto al tennis e al suo rivale, Carlos Alcaraz, dice: ''Siamo due giocatori molto diversi. Io tengo il ritmo molto alto, sono forte mentalmente. Lui lo è fisicamente e tennisticamente al momento ha qualcosina in più: gioca meglio lo slice, le volée. Ma per me è un fatto positivo: significa che ho margini. Carlos in campo fa i numeri: smorzata, passante, lob... Non so se io sarò mai così. Però come tennista sono più solido e quando serve piazzo l'accelerazione vincente».

E ancora sottolinea che ''forse per la mentalità. Carlos è simile a Nadal, pressa fin dal primo punto, corre moltissimo. Poi alza la voce, sa come accendere il pubblico. Io sono più calmo, più freddo. Ma so diventare caldo anch'io. A volte fa bene innervosirsi, urlare contro il team, uscire dagli schemi un attimo, per poi rientrarci. Lo puoi fare se attorno hai persone di cui ti fidi''.

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