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Roma, Friedkin ha due giorni per decidere: la 'convinzione' straniera

Sono ore di indiscrezioni, voci riportate e indizi più o meno attendibili. Inclusa l'ipotesi, tutta da verificare, che i Friedkin siano già in Italia, blindati in un hotel di lusso di Ladispoli

Ryan e Dan Friedkin
Ryan e Dan Friedkin
11 novembre 2024 | 11.05
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La scelta del nuovo allenatore della Roma, e più in generale la gestione di una crisi diventata grottesca, impegnano Dan e Ryan Friedkin in un passaggio chiave per il futuro della società che deve trovare rapidamente una direzione. La logica, e il calendario, dicono che hanno un tempo limitato, un paio di giorni, per sbloccare un'impasse che ora si consuma in un vuoto totale: senza Ceo, senza un direttore tecnico, senza un allenatore, con un direttore sportivo, Florent Ghisolfi, che sembra esautorato di qualsiasi potere.

Sono ore di indiscrezioni, voci riportate e indizi più o meno attendibili. Inclusa l'ipotesi, tutta da verificare, che i Friedkin siano già in Italia, blindati in un hotel di lusso di Ladispoli.

La realtà è che i contatti che ci sono stati non sono stati contatti risolutivi e che la decisione dei Friedkin è legata, ancora una volta, a valutazioni che sfuggono alle dinamiche abituali. Sarà Dan Friedkin a dire l'ultima parola e lo farà, come ha fatto in passato per tutte le scelte che ha fatto, da Mourinho a De Rossi, dando priorità alla propria convinzione personale. Secondo quanto risulta all'Adnkronos, un criterio di valutazione che potrebbe influenzare la decisione finale è il grado di vicinanza con l'ambiente Roma del candidato a sedere sulla panchina. Che va letta, però, in senso contrario a quello che ci potrebbe aspettare.

Tra chi ha la possibilità di parlare direttamente con i proprietari della Roma, c'è chi insiste per una soluzione che possa riavvicinare la tifoseria e considerare il rischio concreto che arriva dal campo, perché la classifica dice che il tempo degli esperimenti è finito. Tra questi anche Ghisolfi, che si sarebbe speso ancora una volta per il ritorno di De Rossi. Altre scelte in una direzione simile, sarebbero Claudio Ranieri o, con la disponibilità a fornire garanzie adeguate e un profilo più impegnativo, Roberto Mancini e Massimiliano Allegri.

Stando alle interlocuzioni riportate, però, Friedkin sarebbe più convinto da una soluzione straniera. L'idea di fondo è che serva un allenatore in grado di lavorare con la giusta distanza, con il distacco necessario a imporre una netta discontinuità. E' l'opzione opposta a quella percorsa con De Rossi, che nella valutazione della proprietà americana sarebbe stata segnata da troppo coinvolgimento e poca lucidità. Tra i nomi che circolano ci sono quelli proposti o comunque vagliati dall'agenzia internazionale, la CAA Base di Frank Trimoboli in stretto contatto con Friedkin: su questo fronte i nomi più ricorrenti sono quelli di Edin Terzic e Frank Lampard.

Si tratterebbe di una scelta azzardata, perché un allenatore che non abbia esperienza in Serie A avrebbe necessariamente bisogno di un periodo di ambientamento. E il tempo, anche in considerazione di quello perso con la fallimentare operazione Ivan Juric, resta un fattore chiave. (Di Fabio Insenga)

 

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