La Commissione non è riuscita a dimostrare in modo "giuridicamente adeguato" l'esistenza di un vantaggio anticoncorrenziale
Il Tribunale Ue ha annullato la decisione della Commissione Europea riguardante i tax ruling irlandesi a favore di Apple, perché l'esecutivo comunitario non è riuscito a dimostrare in modo "giuridicamente adeguato" l'esistenza di un vantaggio anticoncorrenziale. Il produttore di iPhone non deve quindi pagare i 13 miliardi di euro in imposte arretrate irlandesi.
"State sicuri che una singola sentenza non scoraggerà il nostro impegno sulla questione" della giusta tassazione dei profitti realizzati nell'Ue, "al contrario", commenta il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni.
"Il problema che le grandi multinazionali devono pagare la loro giusta quota di tasse è reso ancora più chiaro dalla sentenza di oggi" del Tribunale Ue, dice il vicepresidente esecutivo della Commissione Valdis Dombrovskis, in videoconferenza stampa a Bruxelles. "Studieremo attentamente la sentenza e rifletteremo sui possibili prossimi passi. C'è una questione fondamentale di equità fiscale. Come può essere considerata equo, se una grande compagnia pagava meno dell'1% di tasse in Europa?", conclude.
La Commissione europea "sostiene pienamente l'obiettivo che tutte le imprese devono pagare la loro giusta quota di tasse", ribadisce la vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager. La sentenza ora verrà "analizzata" e verranno valutati con i servizi giuridici eventuali "passi ulteriori". Per Vestager "se gli Stati membri danno ad alcune multinazionali vantaggi fiscali che non sono disponibili per i loro concorrenti, questo danneggia la concorrenza leale nell'Ue. E priva anche le casse pubbliche e i cittadini di fondi per investimenti dei quali c'è un grande bisogno, un bisogno che è ancora più acuto in tempi di crisi".
Secondo i giudici di Lussemburgo, la Commissione ha "sbagliato" quando ha dichiarato che Apple Sales International ed Apple Operations Europe, le due controllate irlandesi del colosso di Cupertino oggetto dei 'tax ruling' concessi dal governo di Dublino e finiti nel mirino dell'esecutivo Ue, avevano ricevuto un "vantaggio economico selettivo" e quindi, per estensione, un aiuto di Stato.
Tra l'altro il Tribunale, pur "rammaricandosi" per la natura "incompleta e talora incoerente" dei tax ruling irlandesi, osserva che i difetti riscontrati dalla Commissione non sarebbero, di per sé, sufficienti a dimostrare l'esistenza di un vantaggio indebito per le due controllate di Apple. Inoltre per la Corte la Commissione "non ha provato" che i tax ruling sono stati il risultato di una scelta "discrezionale" delle autorità irlandesi, né che, di conseguenza, le due società avevano ricevuto un vantaggio "selettivo".