Come mostrano le analisi effettuate da Unioncamere e Symbola, il nostro Paese vanta una serie di primati e di punti di forza sul fronte della green economy. Sono una su 4, è stato ricordato oggi a Roma in occasione dell'Eurochambres economic forum (Eef), le imprese italiane extra-agricole che negli ultimi 5 anni hanno scommesso sull’economia verde, investendo sulla sostenibilità e l’efficienza e ottenendo vantaggi competitivi in termini di export e di innovazione. Alla nostra economia green si deve anche il 13% degli occupati complessivi a livello nazionale, scelti tra quanti hanno competenze verdi.
Il nostro Paese è leader europeo per dematerializzazione dell’economia: ogni kg di risorsa consumata genera 4 euro di pil, contro una media Ue di 2,24 euro e un dato della Germania di 2,3 euro.
Inoltre, l’Italia, con il 76,9%, è il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti, più del doppio della media Ue (36%) e meglio di Francia (53,6%), Regno Unito (43,6%), Germania (42,7%) e Spagna (36,1%).
E per quanto riguarda le emissioni di gas serra, l’agricoltura italiana sta facendo molto e bene: con 569 tonnellate per ogni milione di euro prodotto dal settore primario made in Italy, si producono il 46% di gas serra in meno della media Ue 28. Molto meglio di Spagna (+25% rispetto al nostro Paese), Francia (+91%), Germania (+118%) e Regno Unito (+161%).
Inoltre, l’Italia ha il minor numero di prodotti agroalimentari con residui di pesticidi (0,48%), inferiore di sette volte rispetto ai prodotti francesi e di quasi 4 volte di quelli spagnoli e tedeschi ed è campione sul fronte del biologico: 64.210 i produttori biologici italiani, molti di più di Spagna (36.207) e Francia (32.264).