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Imprese, 1 su 2 è ancora 'apprendista digitale'

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15 dicembre 2018 | 12.58
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La metà delle piccole e medie imprese italiane sta cercando di assimilare le nuove tecnologie 4.0. Passi avanti sulla strada della digitalizzazione sono stati fatti ma ancora il 50% delle imprese, circa 3 mila, si può definire 'apprendista digitale', utilizza cioè strumenti digitali di base.

E’ la fotografia che emerge dall’analisi delle quasi 6 mila imprese che hanno effettuato il test di maturità digitale messo a punto dalle Camere di commercio italiane e che l'AdnKronos è in grado di anticipare.

Ma se molti imprenditori fanno ancora fatica ad imboccare la strada verso la quarta rivoluzione industriale, tanti altri dimostrano di avere già familiarizzato con le tecnologie digitali. Tra le imprese tecnologicamente più "smart": il 30% è 'Specialista digitale' avendo digitalizzato buona parte dei processi; il 7 % è 'Esperto digitale', applica cioè con successo i principi dell'Impresa 4.0, il 3% può addirittura dirsi un 'Campione digitale' con una buona digitalizzazione dei processi e ricorso a tecnologie 4.0. Mentre sul fronte opposto il 7% è 'Esordiente Digitale' perché legato ad una gestione tradizionale dell'informazione e dei processi.

L’iniziativa rientra tra i servizi offerti dalla rete degli 88 Punti impresa digitale (Pid) che il Sistema camerale sta realizzando in tutta Italia per supportare i processi di digitalizzazione del nostro tessuto imprenditoriale. A un anno e mezzo dal lancio dei Pid sono state già oltre 17.700 le imprese e gli esponenti della società civile sensibilizzati sul tema attraverso 700 eventi formativi e informativi organizzati in tutta Italia.

Lo strumento di autovalutazione è stato utilizzato soprattutto dalle imprese di piccole dimensioni (il 70% non più di 9 addetti), in gran parte provenienti dal Nord (62%). Sette imprese su 10 non ha utilizzato nessuna agevolazione prevista dal Piano nazionale impresa 4.0. Le tecnologie più diffuse ed utilizzate dalle imprese sono quelle cosiddette "propedeutiche" al 4.0 come, ad esempio, sistemi di gestione ERP (35,2%), sistemi di pagamento mobile, e-commerce (32,8%).

Il ricorso alle tecnologie abilitanti del Piano Impresa 4.0 è ancora timido: il 7,2% delle imprese utilizza Industrial Internet e Internet of Things; il 4,3% fa uso di sistemi di manifattura additiva (stampanti 3D); solo il 4,2% ricorre a soluzioni per la manifattura avanzata (ad esempio Robot collaborativi) e il 3,4% utilizza sistemi di realtà virtuale e aumentata. Significativo, invece, l’uso di sistemi per la gestione e la protezione dei dati e delle informazioni: il 31,2% utilizza il cloud e il 27,6% garantisce la sicurezza delle informazioni affidandosi a sistemi di cyber sicurezza e business continuity.

Intanto a fine novembre sono partiti i primi assessment guidati in presenza dai Digital Promoter. Si tratta di figure professionali qualificate appositamente formate da Uniocamere per valutare 'vis à vis' con le aziende il loro livello di maturità digitale e orientarle verso le strutture specializzate sul tema del digitale presenti a livello territoriale e nazionale. In totale sono 200 i Digital promoter che su tutto il territorio si occuperanno di supportare le PMI verso l’adozione delle tecnologie 4.0. Sono inoltre già stati individuati 34 mentor della rete dei Pid - scelti tra professionisti, manager, imprenditori con forti competenze nel campo delle tecnologie Impresa 4.0 - che metteranno a disposizione delle imprese gratuitamente la loro esperienza per aiutarle a gestire processi di cambiamento e progetti di innovazione digitale.

Attraverso i voucher, poi, le Camere di commercio forniscono anche un sostegno economico "tangibile" alle iniziative di digitalizzazione implementate dalle aziende del proprio territorio in ottica Industria 4.0. Già a settembre sono oltre 3 mila le imprese che hanno presentato domanda di contributo per 17 milioni di euro complessivi richiesti per finanziare progetti di crescita attraverso interventi di formazione e consulenza sulle tecnologie impresa 4.0.

Per il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, "Le piccole e piccolissime imprese capiscono i vantaggi della digitalizzazione per diventare più competitive ma stentano ad impossessarsene. Ed è quindi principalmente a loro che i Pid (una rete di 88 Punti impresa digitale) si rivolgono per fare conoscere le opportunità derivanti dall’adozione delle tecnologie 4.0 e per aiutarle ad acquisirle. L’assessment serve a mettere a fuoco i punti di forza e di debolezza e per individuare le aree di intervento". "A frenare il passaggio al digitale -spiega- è spesso la mancanza di skill adeguate. Per questo - prosegue - stiamo mettendo a punto un sistema di certificazione delle competenze digitali che aiuti le imprese ad identificare le persone giuste di cui avvalersi".

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