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McDonald's, aria di crisi: a dire addio sono i clienti più affezionati

La catena di fast food più famosa al mondo non solo registra un calo ad agosto che non si vedeva dal 2003, ma vede 'scappare' verso la concorrenza la sua utenza storica, quella dei ventenni e dei trentenni. Il tutto mentre Burger King cresce e compra.

(Infophoto)
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02 settembre 2014 | 15.48
LETTURA: 3 minuti

Aria di crisi in casa McDonald’s. Ad agosto la catena di fast food più famosa al mondo ha diffuso un dato fiscale che evidenza un calo che non si registrava dal 2003. Ma quello che preoccupa di più il colosso statunitense è un altro risultato: quello che mostra come si stiano perdendo man mano i clienti più affezionati. Secondo i dati diffusi da Technomic, l’utenza dei ventenni e quella dei trentenni, da sempre la più 'solida' in termini di presenza negli Stati Uniti, ha iniziato a spostarsi verso altre catene: la fascia di età tra i 19 e i 21 anni, ad esempio, è scesa del 12,9% rispetto al 2011, mentre non è né diminuito ma nemmeno aumentato quello della fascia tra i 22 e i 37 anni.

La concorrenza cresce – La concorrenza, invece, cresce e anche bene. Burger King ad esempio gode di ottima salute: in Italia si va verso un migliaio di assunzioni e a fine agosto sono iniziate le operazioni per l’acquisizione di Tim Hortons, una catena canadese che commercia caffè e ciambelle. Una mossa da 11 miliardi di dollari che creerebbe un gruppo con oltre 18.000 punti vendita e un fatturato annuo di 23 miliardi.

Il boicottaggio russo – Ai dati di McDonald's, già drammatici, si aggiunge il boicottaggio russo, che ha portato alla chiusura di oltre 10 punti vendita nel Paese in risposta alle sanzioni Ue e Usa decise per la situazione in Ucraina. Un danno economico che contribuisce, anche se in maniera decisamente marginale, al calo di agosto, sul quale a pesare è l'andamento negativo degli Stati Uniti, dove si trova quasi la metà degli oltre 30.000 punti vendita. Il dato negativo era comunque prevedibile: già quello del primo trimestre del 2014 indicava un utile netto in calo del 5,5% a 1,2 miliardi di dollari.

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