Il sindacato dei medici Cimo esprime soddisfazione per i risultati della rilevazione delle deleghe della rappresentanza sindacale per il triennio 2019-2021 rese note oggi dall’Aran, che vede per la propria organizzazione un incremento di 237 iscritti (+3%). Un risultato "significativo, che conferma il costante trend di crescita a decorrere dal biennio 2008-2009", sottolinea Cimo. Nello stesso periodo di riferimento, viene registrato una decrescita a due cifre (-18,78%, pari a 17.248 persone in meno) dei dipendenti sindacalizzati per effetto della drastica riduzione del numero di dirigenti sanitari in servizio.
"I dati della rappresentanza aggiornati, indipendentemente dagli effetti gratificanti per la nostra organizzazione sindacale, richiamano ancora più prepotentemente a una profonda riflessione sul modo di fare sindacato", ha commentato Guido Quici, presidente nazionale Cimo. "Vogliamo e dobbiamo lavorare più lontani dalle solite logiche centralistiche di politica sindacale a vantaggio di un’azione più incisiva a livello periferico presso le singole aziende, anche in considerazione della trattativa sul prossimo contratto nazionale".
"Elementi qualificanti del prossimo contratto di lavoro devono essere principalmente la qualità del lavoro e la sicurezza degli operatori sanitari e dei propri pazienti. In tal senso - conclude Quici - la politica sindacale Cimo sarà indirizzata a migliorare la parte normativa del contratto attraverso il superamento delle barriere poste da Aran in sede di tavolo tecnico, trattativa sulla quale non ammetteremo facili compromessi e addomesticamenti politici soprattutto su questioni vitali per le condizioni di lavoro dei medici".