di Margherita Lopes
Resi celebri dalla passione di divi del calibro di George Clooney, legatissimo al suo Max (morto nel 2006), i maiali domestici si comportano proprio come i cani con i loro padroni. A patto però che non abbiano un problema da risolvere. E' quanto emerge da uno studio dei ricercatori dell'Università Eötvös Loránd di Budapest (Elte), che hanno confrontato l'interazione con l'uomo di cani e giovani maialini nani allevati come animali da compagnia. I ricercatori hanno scoperto che in una situazione neutra i maiali si rivolgono all'uomo, avviando interazioni proprio come fanno i cani. Ma in una situazione di problem solving le due specie si comportano diversamente: mentre i maiali continuano a cercare ostinatamente di risolvere il compito da soli, i cani smettono di provarci e si rivolgono all'uomo.
Insomma, le differenze naturali tra maiali e cani prevalgono, nonostante una socializzazione simile, ma solo se si presenta una sfida impegnativa, suggerisce la ricerca pubblicata su 'Animal Cognition'. I cani guardano agli umani in un contesto di risoluzione dei problemi per stabilire un'attenzione congiunta e iniziare interazioni comunicative, e questo già in tenera età, da cuccioli. I ricercatori si sono chiesti se altri animali domestici facessero lo stesso. "Lupi e gatti domestici comunicano meno con gli umani rispetto ai cani se si tratta di risolvere dei problemi, ma forse è perché i lupi non sono addomesticati e i gatti non sono una specie sociale. Quindi abbiamo progettato uno studio per confrontare il comportamento dei cani con quello di un'altra specie domestica e sociale: il maiale", spiega la dottoranda Paula Pérez.
La variante in miniatura del maiale domestico è un popolare animale da compagnia, che nelle famiglie viene considerato alla stregua di un cane. "Abbiamo lanciato il Family Pig Project nel 2017 presso il Dipartimento di Etologia, a Budapest. Gli animali vengono allevati in un ambiente simile a quello dei cani in famiglia, fornendo la base per indagini comparative uniche tra le due specie", riferisce Attila Andics, ricercatrice e autrice dello studio.
"Abbiamo usato il cosiddetto paradigma del compito irrisolvibile, in cui l'animale deve prima affrontare un problema che può risolvere, nel nostro caso una scatola facile da aprire con del cibo all'interno. Dopo alcune prove, il problema diventa irrisolvibile perché la scatola ha una chiusura di sicurezza", aggiunge Pérez. Ebbene. "le differenze sono apparse quando abbiamo messo il cibo nella scatola e aprirlo è diventata una sfida eccitante. I maiali erano più veloci dei cani nel risolvere il compito e ottenere la ricompensa, forse a causa delle loro migliori capacità manipolative. Poi però, quando questo è diventato irrisolvibile, i cani si sono rivolti agli umani. Al contrario, i suini hanno eseguito comportamenti meno orientati all'uomo, ma erano più pervicaci nel tentativo di risolvere il compito, cosa che potrebbe riflettere la loro predisposizione a risolvere i problemi in modo indipendente".
Insomma, alla fin fine "i cani sono naturalmente più dipendenti e cooperano di più con gli uomini. Questo spiega il loro successo nell'interazione con noi", concludono i ricercatori.