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Coronavirus, al mare senza mascherine ma a 2,5 metri anche in acqua

L'epidemiologo Ciccozzi: "Col passare del tempo virus perderà potenza, non sarà il sole a contrastarlo ma noi se non lo alimentiamo"

Coronavirus, al mare senza mascherine ma a 2,5 metri anche in acqua
22 aprile 2020 | 14.39
LETTURA: 2 minuti

di Margherita Lopes

"Al mare senza le mascherine, ma rispettando un distanziamento di almeno 2 metri e mezzo, in spiaggia e anche in acqua". A suggerirlo è Massimo Ciccozzi, responsabile della unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-Medico di Roma, che in vista della riapertura del 4 maggio, parlando all'Adnkronos Salute, suggerisce una serie di accorgimenti per vacanze al mare 'a prova di coronavirus'. Lo studioso ha co-firmato e pubblicato sul 'Journal of Translation Medicine' una ricerca secondo la quale il virus del Covid-19, partito dalla Cina, nei mesi è mutato diventando più contagioso e infettante una volta arrivato in Europa e nord America. "Ma con il tempo - prevede - perderà potenza: questo fa parte dell'evoluzione virale, più passa da uomo a uomo, più perde potenza".

Se molti scommettono (o sperano) nell'effetto del sole prevedendo la scomparsa del virus in estate, Ciccozzi non è così ottimista: "La Spagnola del '18 ebbe un picco massimo in agosto, e la Mers si diffuse in Arabia a 40 gradi: non sarà il sole a contrastare il coronavirus, ma saremo noi che non lo alimenteremo mantenendo il distanziamento e tutte le precauzioni necessarie". Quanto al fatto che tracce di Rna virale sono state trovate nelle acque non potabili in Francia, questo non deve allarmare troppo i bagnanti: "Non ci sono evidenze né pro né contro sulla presenza di Sars-Cov-2 in mare, ma la quantità di sale molto elevata lo ostacola", dice l'esperto.

"Quanto alla sabbia, anche in questo caso mancano i dati, come pure sui tessuti come il costume da bagno. Ora - aggiunge Ciccozzi - uno studio dello Spallanzani ci dice che il virus è presente nelle lacrime dei soggetti positivi, ebbene: evitiamo di consolare con un bacio chi piange e di scambiare fazzoletti usati". Il coronavirus cambierà (forse) anche il nostro modo di solidarizzare.

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