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Roma Pride, Rocca: "Patrocinio se chiedono scusa". La risposta è no: "Noi nel giusto"

Botta e risposta tra il presidente della Regione Lazio e il portavoce del Roma Pride 2023, Mario Colamarino

(Fotogramma)
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06 giugno 2023 | 10.27
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Nuovo botta e risposta tra il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli e portavoce del Roma Pride 2023, dopo che la Regione Lazio ha revocato il patrocinio alla manifestazione. "Colamarino chiedesse scusa pubblicamente rispetto a questa manipolazione della concessione e immediatamente sono pronto a ridare il patrocinio" al Roma Pride, ha detto oggi Rocca a margine della conferenza internazionale 'The forest factor'. "Noi avevamo dato l'adesione convinta - ha aggiunto il governatore - Chiedesse scusa pubblicamente per la sua dichiarazione manipolativa del nostro patrocinio e immediatamente ci sarà nuovamente il patrocinio della Regione Lazio".

"Il passo deve arrivare dagli organizzatori", ha affermato Rocca, sottolineando che "non c'è spazio per la mediazione sull'utero in affitto. L'utero in affitto è fuori discussione. Quando parliamo di libertà di amare, libertà di essere, di dialogo importante che deve essere fatto in questo Paese sui diritti civili e sul rispetto della dignità di ciascuno nessuno si tira indietro, sull'utero in affitto non posso concedere il patrocinio della Regione che rappresento per una pratica che è reato nel nostro Paese".

A stretto giro la replica di Colamarino che non ha nessuna intenzione di chiedere scusa al governatore Rocca per ottenere il sostegno alla kermesse. "Non chiederemo scusa a Rocca, perché non abbiamo manipolato proprio nulla... - dice Colamarino all'Adnkronos - semplicemente, si sono resi conto troppo tardi di cosa sia un Pride, che tipo di rivendicazioni comporta e adesso, dopo essere stati redarguiti dai Pro Vita, hanno ritirato il patrocinio. A scusarsi con la nostra comunità dovrebbe essere il centrodestra che continuamente attacca le famiglie arcobaleno e blocca tante iniziative" a favore dei diritti Lgbt+.

Il portavoce del Roma Pride spiega di non avere alcuna colpa. "C'è stata, casomai, superficialità da parte loro: dopo che noi abbiamo inviato una pec per richiedere il patrocinio - sottolinea - avrebbero dovuto documentarsi meglio, leggere il nostro documento politico sul sito del Roma Pride, vedere le rivendicazioni sui nostri social, era tutto lì da mesi. Addirittura lo slogan scelto quest'anno per il Roma Pride è QueeResistenza...".

"Noi non abbiamo mai avuto alcun contatto con Rocca o con il suo staff, non è stata mai fatta alcuna promessa, non c'era alcun tema da affrontare - aggiunge - perché il patrocinio o lo si dà o no, non esistono in questo senso condizioni. Noi crediamo di essere nel giusto, a mio avviso hanno combinato un pasticcio e stanno cercando di capire come uscirne: è una questione politica, vogliono probabilmente salvare la faccia con il loro elettorato".

Ma il logo della Regione Lazio verrà tolto dal sito del Roma Pride? Colamarino chiude con una battuta: "Quella di ieri era naturalmente una provocazione, magari lo terremo mettendoci sopra una macchia nera tanto per far capire che è un logo farlocco".

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