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Gaza, Tajani: "Pronti a inviare nostri uomini in missione Onu"

Il ministro degli Esteri: "Non può essere Hamas a governare quel territorio"

Aiuti a Gaza (Afp)
Aiuti a Gaza (Afp)
19 gennaio 2024 | 10.01
LETTURA: 2 minuti

"Qualora servisse a Gaza, in una fase di transizione, una missione di pace, noi siamo pronti a inviare i nostri militari con l'Onu come portatori di pace". Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ospite di Radio24, ricordando "gli oltre mille militari italiani in Libano" che "sono là per una missione dell'Onu".

"La linea che seguiamo da sempre" è "quella di due popoli, due stati, del G7, dell'Ue. Il 24 e il 25 sarò in Terra Santa per parlare anche con Anp, perché non può essere Hamas a governare quel territorio", ha detto Tajani.

Mar Rosso e Houti

Sul tema delle navi in Mar Rosso, sotto attacco degli Houti, il vicepremier ha spiegato che "con la missione in Mar Rosso ci sarà una difesa forte vigile e armata. Non andiamo là per fare bella presenza. L'Italia - ha aggiunto - è promotrice della nuova iniziativa sul Mar Rosso di cui parlerò lunedì al Consiglio Ue", noi "pensiamo a una missione militare con partecipazione anche di Paesi non Ue, penso alla Norvegia, per allargare la competenza di quella che c'è già fino al canale di Suez".

Le reazioni

"Una missione Onu a Gaza non potrà esserci mai, non credo ci sarà e che la faranno approvare; nessuno ha interesse a fare una missione Onu a Gaza", dice all'Adnkronos il generale dell'Aeronautica militare Mario Arpino, ex capo di Stato Maggiore della Difesa, dopo le parole del ministro degli Esteri. "Non credo si possa fare qualcosa nella Striscia di Gaza finché Hamas non è stata debilitata del tutto", osserva il generale Arpino.

Pietro Batacchi, direttore della Rivista italiana Difesa (Rid), osserva che "l'Italia è tradizionalmente uno dei principali fornitori di sicurezza nel pianeta: lo dimostrano il numero delle missioni alle quali partecipiamo, i soldati impegnati in quelle missioni, la credibilità che, per effetto di questi impegni, ci siamo guadagnati come sistema Paese". "L'Italia è pilastro della missione Unifil in Libano, garante dell'osservanza del cessate in fuoco", continua Batacchi ricordando che la missione rappresenta uno strumento "attraverso cui israeliani e hezbollah si parlano". Secondo Batacchi tuttavia "bisognerà vedere se lo scenario e gli attori locali, a cominciare da Israele guidata al momento da una leadership molto radicale, permetteranno" una missione Onu a Gaza. Certamente, secondo il direttore della Rivista italiana Difesa, una missione di questo tipo, a guida italiana, "sarebbe una garanzia, l'Italia porterebbe la sua esperienza di Paese produttore di sicurezza".

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