Il gap con i soggetti non diversamente abili tocca i 10 punti percentuali
In Europa, circa una persona con disabilità fisiche su 10 è in condizione di grave deprivazione materiale. Il dato, registrato nel 2022 dall’Eurostat, peggiora notevolmente tra i soggetti interessati da disabilità grave, dove si registra una deprivazione materiale severa nel 14,4% dei casi.
Con questa espressione si intende, nello specifico, una condizione in cui è difficile acquistare beni o servizi considerati necessari o desiderabili per avere un adeguato standard di vita. Collegata alla disabilità c’è la difficoltà nell’inserimento lavorativo che rende i soggetti diversamente abili ancora più vulnerabili.
La deprivazione materiale viene misurata nell’ambito dell’indagine sul Reddito e le Condizioni di vita delle famiglie all'interno di un più ampio progetto denominato "Statistics on Income and Living conditions" (Eu-Silc) deliberato dal Parlamento europeo e coordinato da Eurostat.
L’indagine Eu-Silc comprende nella condizione di disabilità chi ha una limitazione di qualche tipo nelle attività quotidiane a causa di problemi di salute per almeno sei mesi precedenti alla rilevazione.
L’indicatore di deprivazione materiale ha 9 sintomi di disagio:
- Non poter riscaldare adeguatamente l’abitazione;
- Non poter sostenere una spesa imprevista (il cui importo, in un dato anno, è pari a 1/12 del valore della soglia di povertà rilevata nei due anni precedenti);
- Non potersi permettere un pasto proteico (carne, pesce o equivalente vegetariano) almeno una volta ogni due giorni;
- Non potersi permettere una settimana di ferie all’anno lontano da casa;
- Non potersi permettere un televisore a colori;
- Non potersi permettere una lavatrice;
- Non potersi permettere un’automobile;
- Non potersi permettere un telefono;
- Essere in arretrato nel pagamento di bollette, affitto, mutuo o altro tipo di prestito
Si parla di deprivazione materiale severa quando non è possibile accedere a 4 o più dei 9 elementi appena indicati. Tra questi soggetti si registra un aumento della deprivazione materiale che passa dal 13% al 14,4& contro il calo che riguarda chi ha limitazioni non gravi (qui la deprivazione materiale riguarda il 9% dei soggetti contro il 9,8% del 2021). Resta invece stabile al 4,9% la percentuale dei soggetti senza disabilità che si trovano in condizione di deprivazione materiale.
Nell’Unione europea, le fasce d’età in cui ci sono più persone in grave deprivazione materiale sono quelle tra i 35 e i 44 anni e quelle tra i 45 e i 54 anni, con percentuali rispettivamente del 14,1% e del 14,5%. L’età media si alza in Italia, dove questa condizione interessa soprattutto i soggetti tra i 45 e i 54 anni (9,9%) e tra i 55 e i 64 (9,2%).
In media, non vi sono importanti differenze di genere. A livello comunitario, infatti, hanno difficoltà ad acquistare beni o servizi indispensabili per il proprio sostentamento il 10% degli uomini con disabilità e il 10,8% delle donne con disabilità, entrambi diminuiti di mezzo punto percentuale rispetto al 2021. Analizzando il trend sul medio periodo si nota un deciso miglioramento per quanto riguarda il genere femminile: nel 2015 ad essere in condizione di deprivazione materiale era il 14,8% delle donne europee con disabilità, ma il dato è calato progressivamente fino al 10,8% del 2022.
In sette Paesi l’incidenza è maggiore tra gli uomini rispetto alle donne, con la differenza maggiore, dell’1,2%, che si registra in Lituania. Sono invece 18 i Paesi comunitari in cui sono di più le donne con disabilità ad avere difficoltà gravi nell’acquisto di beni di primaria necessità e in ben 4 Stati la differenza supera i 4 punti percentuali: Irlanda (4,1%), Grecia (3,6%), Bulgaria (2,2%) e Lettonia (2,1%). In Italia, l’incidenza delle persone in stato di deprivazione materiale severa è leggermente maggiore tra gli uomini con delle disabilità (6,4%) rispetto alle donne (6,1%).
La diffusione della deprivazione materiale grave in Europa cambia molto tra gli i diversi Stati membri, con una differenza tra il Paese che riporta l’incidenza maggiore e quello con il valore minore pari a circa 30% punti percentuali.
I due Stati dove i soggetti con disabilità incontrano di gran lungo più difficoltà sono la Romania e la Bulgaria, con percentuali di grave deprivazione materiale rispettivamente del 31,6% e del 28,9% tra questi soggetti. Dietro di loro c’è un grosso vuoto percentuale interrotto dall’Ungheria dove l’impossibilità di acquistare beni o servizi indispensabili riguarda il 16,3% dei soggetti con disabilità.
L’incidenza più bassa si registra in Repubblica Ceca (3,6%), Lussemburgo (3,6%) e Slovenia (3,2%), mentre in Italia questo valore è pari al 6,2%, circa quattro punti percentuali al di sotto del valore medio registrato in Ue. Da segnalare i passi avanti fatti dal Belpaese, dove nel 2015 era affetto da grave deprivazione materiale il 14,6% dei soggetti con disabilità fisiche. Il miglioramento di questo dato è generalizzato in Ue: nel 2015 i soggetti diversamente abili interessati da questa condizione erano il 14% contro il 10,4% registrato dall’Eurostat nel 2022.
Nonostante il miglioramento, il gap tra i soggetti con disabilità fisiche e quelli senza resta importante e, nei casi più gravi, tocca i 10 punti percentuali. Per questo, l’Unione europea sta intervenendo al fine di ridurre sia il numero di soggetti in deprivazione materiale, sia il gap che penalizza i cittadini europei meno fortunati.
A marzo 2021, l’Unione europea ha adottato la strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 per ridurre l’incidenza di questa condizione tra chi ha delle limitazioni legate a motivi di salute. Come scritto sul sito ufficiale, l’Ue mira a compiere progressi in tutti i settori della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, sia a livello comunitario che dei singoli Stati membri.
L’obiettivo è garantire che le persone con disabilità in Europa, indipendentemente dal sesso, dalla razza o dall’origine etnica, dalla religione o dalle convinzioni personali, dall’età o dall’orientamento sessuale possano:
godere dei propri diritti umani,
avere pari opportunità,
avere pari accesso alla partecipazione alla società e all’economia,
essere in grado di decidere dove, come e con chi vivere,
circolare liberamente nell’Ue indipendentemente dalle loro esigenze di sostegno,
non subire più discriminazioni.
Il piano europeo prevede da una parte l’adozione di interventi e investimenti generici per abbattere le barriere socio-economiche, dall’altra l’adozione di interventi specifici in base alle diverse situazioni soggettive. La consapevolezza comune, infatti, è che le situazioni di disabilità e di deprivazione materiale cambino molto in base al soggetto e al contesto in cui vive.