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Minacce di morte a Speranza via mail, denunciato 35enne

Le minacce connesse alle restrizioni per Covid: "Meriti di essere bruciato vivo, ti devono squartare, ti ammazzeremo"

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa
10 settembre 2021 | 11.49
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Minacce di morte al ministro della Salute Roberto Speranza, legate alle misure e restrizioni per Covid, inviate via mail da un 35enne di Latina che è quindi stato denunciato per 'minaccia aggravata'. E' quanto riferisce il Nas dei Carabinieri in una nota a "conclusione di articolate indagini e accertamenti telematici condotti sotto la direzione della Procura della Repubblica di Roma". I militari del Reparto Operativo del Nas hanno dato esecuzione, con il supporto dei militari dell’Arma territorialmente competenti, a un decreto di perquisizione nei confronti del 35enne.

"Un 35enne della provincia di Latina è stato denunciato per 'minaccia aggravata' in quanto ritenuto responsabile di aver inviato, ad aprile 2021, email dal contenuto minaccioso rivolte al ministro della Salute, Roberto Speranza", spiegano i militari.

"Di estrema gravità le minacce formulate, connesse con le misure e le restrizioni governative adottate in relazione all’emergenza pandemica da Covid-19: utilizzando toni offensivi, infatti, nei messaggi venivano prospettate azioni violente nei confronti del ministro, contenenti anche esplicite minacce di morte - evidenzia la nota -. 'Poverino hai denunciato quelle persone che ti hanno detto la verità', riferendosi alle perquisizioni che, ad aprile scorso, i militari del Reparto Operativo del Nas avevano condotto, sempre sotto la direzione della Procura di Roma, nei confronti di altre 4 persone, per analoghe minacce al ministro Speranza"

Tre le cose scritte dal 35enne contro Speranza: "Tu hai rovinato la vita a noi italiani e anche a me … tu sicuro farai una brutta fine per forza … meriti di essere bruciato vivo e uno ti deve squartare vivo con i vermi ti devono mangiare vivo… ti ammazzeremo tutti quanti". "L’odierno indagato si aggiunge, come detto, alle altre 4 persone già identificate e deferite, per analogo reato, alla Procura di Roma dai militari del Reparto Operativo del Nas nell’aprile scorso: le indagini sinora condotte non hanno fatto emergere collegamenti tra loro", conclude la nota del Nas.

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