L'ex campione azzurro ha raccontato all'Adnkronos l'avvicinamento di Cortina d'Ampezzo ai Giochi invernali del 2026, commentando il momento degli azzurri in Coppa del Mondo
“I Giochi invernali saranno una grande opportunità per lo sport e per il nostro Paese. Siamo a poco più di un anno dall’evento e l’attesa cresce. Che bello vivere da vicino un’esperienza così”. Kristian Ghedina risponde all'Adnkronos e porta lo sguardo avanti a Milano-Cortina 2026. L’ex campione dello sci azzurro, oggi 55enne, se la ride con due argenti e un bronzo iridato e 13 successi in Coppa del Mondo al collo. Quanto basta per aspettare con ansia le Olimpiadi, a poco più di un anno dalla cerimonia inaugurale, e sognare medaglie della squadra italiana a due passi da casa.
Lei è nato proprio a Cortina d’Ampezzo, che ha già ospitato i Giochi invernali nel 1956. Come procede l’avvicinamento?
“Ci sono belle sensazioni, parliamo di un evento storico ed è bello esserci. Devo dire però che non manca nemmeno qualche polemica, come spesso si vede in questi casi da parte di alcune minoranze. Spero solo che si risolva la questione della pista da bob. Sarebbe un bel segnale e soprattutto rasserenerebbe il percorso verso la manifestazione, per parlare solo di sport”.
Tra un anno, la sua Cortina ospiterà anche le gare di sci alpino femminile sulla celebre Olympia delle Tofane. L’Italia sarà ben rappresentata con Federica Brignone e Sofia Goggia.
“Sono due atlete straordinarie e dico subito che mi piace questa competizione interna, penso che sia utile per aumentare il livello di tutti i nostri atleti. Brignone e Goggia sono due perfetti esempi di campionesse. Già qualche tempo fa pensavo che Federica avesse fatto cose clamorose, ma in questa stagione sta superando i limiti in Coppa del Mondo. È la veterana dello sci azzurro. E io, di veterani me ne intendo... (ride, ndr)”.
Il 4 febbraio inizieranno i Mondiali di Saalbach, in Austria, e avranno un’altra occasione per battagliare...
“E noi per divertirci e sperare in belle soddisfazioni. Pensando all’Italia, credo che sia davvero un privilegio poter schierare due atlete così forti. Più avanti capiremo quanto siamo stati fortunati. Per ora, limitiamoci a incrociare le dita e a sperare che la loro condizione fisica regga a certi livelli per tanto tempo ancora. In generale, per lo sci azzurro è un buon momento”.
Nell’ultimo weekend di Coppa del Mondo si è messo in luce anche Alex Vinatzer, con il secondo posto nello slalom di Kitzbühel...
“Parliamo di un gran risultato per questo ragazzo, non a caso il più importante della sua carriera. È arrivato con una bellissima seconda manche, che ci fa capire tutte le sue doti. Ha sempre avuto qualità, ma ha bisogno di fare uno scatto in più a livello mentale. È un po’ il segreto per i grandi appuntamenti in gara secca. Il fattore psicologico è fondamentale e in certe gare non bisogna farsi condizionare dalle emozioni”.
Una stagione fin qui positiva anche per Mattia Casse...
“Anche lui è forse nel momento migliore della carriera, fa belle cose da 2-3 anni ed è spesso a lottare davanti per un piazzamento. Chi non ingrana in questo momento è Dominik Paris, che nemmeno a Bormio è riuscito a tirare fuori quel guizzo a cui ha abituato tante volte. In questa fase, ciò che forse manca agli azzurri è la base per un ricambio generazionale. E si tratta di un problema più profondo...”.
A cosa si riferisce?
“Alla rivoluzione tecnologica che in un modo o nell’altro sta toccando i nostri giovani. Oggi i ragazzi perdono tante ore al pc o al telefono, mentre ai miei tempi c’era più spazio per giochi comunque affini allo sport, che permettevano di crescere e sviluppare qualità individuali. Destrezza, propriocettività, abilità acquisite magari passando qualche ora a giocare all’aria aperta. Almeno parlando di ciò che vedo, oggi noto delle difficoltà in questi termini”.
Chiudendo con i giovani, in queste settimane ha fatto molto parlare il caso di Lara Colturi. Cosa ne pensa?
“È una ragazza molto giovane e forte, ma penso che tutta questa mediaticità sia legata ai successi che sta ottenendo. Successi che potevano essere italiani, diciamo così, e che invece sono dell’Albania. Dico che ha fatto una scelta, insieme alla sua famiglia, che oggi ne sta premiando i sacrifici. Conoscendo bene i vincoli della Federazione, sua madre (la campionessa olimpica Daniela Ceccarelli, ndr) aveva capito che farle intraprendere un percorso simile avrebbe potuto premiarla in termini di crescita. Per ora ha avuto ragione e ci ha visto bene. Poi, vedremo se tornerà a vestire la maglia dell’Italia”. (di Michele Antonelli)