cerca CERCA
Sabato 23 Novembre 2024
Aggiornato: 20:33
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Massoneria, Goi ribussa a Senato per Palazzo Giustiniani: "Serve ragionevole accordo"

Il Gran Maestro Bisi scrive a La Russa per riavere la storica sede

 - (Fotogramma)
- (Fotogramma)
06 aprile 2023 | 18.09
LETTURA: 3 minuti

La Massoneria non molla su Palazzo Giustiniani. Costretti a traslocare dalla storica sede romana, prima dal Fascismo, nel '26, poi nell''85, per cedere i locali al Senato della Repubblica, i massoni italiani tornano alla carica per rimettere piede e dottrina sul 'Piccolo Colle'. A quanto apprende l'AdnKronos infatti nelle scorse settimane al presidente del Senato, Ignazio La Russa, il gran maestro del Grande Oriente d'Italia Stefano Bisi ha inviato una lettera in cui torna a chiedere di "sanare un’ingiustizia nei confronti del Goi che perdura da decenni". Nella missiva si ricorda come "nonostante gli impegni consacrati anche in atti pubblici non ci sono stati consegnati i locali di Palazzo Giustiniani da adibire a museo per testimoniare, come disse nel 1988 il suo predecessore professor Giovanni Spadolini, la partecipazione dei massoni al Risorgimento italiano".

Per il Goi ora serve "un ragionevole accordo e per questo confidiamo nella Sua sensibilità istituzionale affinché possa concederci un incontro per chiarire tutti gli aspetti di una annosa e spiacevole vicenda". Dal Senato interviene il questore Gaetano Nastri. "I rapporti tra Senato della Repubblica e la società Urbs srl - spiega il senatore di Fdi - sono da decenni oggetto di controversie all'attenzione delle autorità giurisdizionali competenti". "Il Senato è rappresentato dall'Avvocatura Generale dello Stato", ricorda Nastri. Da parte sua Bisi ribadisce di "avere piena fiducia nelle istituzioni repubblicane, e nel Senato".

Ma per ora nessuna schiarita per una vicenda complessa, una querelle che negli anni ha tenuto banco. In occasione dell'assemblea annuale del Goi, l'8 aprile dello scorso anno, dal palco di Rimini Bisi aveva detto: "Speriamo di avere giustizia per Palazzo Giustiniani, il Tar del Lazio non ci ha dato ragione, ma neppure torto. Il 13 ottobre di quest’anno saremo davanti al Consiglio di Stato". Per il capo delle Logge "le carte parlano chiaro, a vantaggio nostro e a Palazzo Giustiniani possiamo tornare". "Lo scippo va sanato. E così sarà", aveva detto ai suoi, mostrando ottimismo. Il gran maestro faceva riferimento all'atto di transazione del 16 novembre del 1991 che - in sintesi - stabiliva che si sanava il contenzioso aperto tra massoni e Stato, arrivando a "consentire l'uso di una limitata porzione dei locali" di Palazzo Giustiniani "per destinarli a sede del Museo storico della Massoneria italiana", dando applicazione al cosiddetto Lodo Spadolini.

Sede storica degli iscritti alla squadra e al compasso, Palazzo Giustiniani fu la location scelta dal gran maestro Ernesto Nathan, poi sindaco di Roma, inaugurata il 21 aprile del 1901 - costo di affitto pari a 11mila lire annue - con una grande cerimonia pubblica. Poi fu Mussolini a cacciare il Goi, a inizio del '26, dal Palazzo, nel frattempo acquistato dai massoni, e a darlo in proprietà al demanio che lo assegnò al Senato del Regno. Con il Duce le cose si misero subito male. Prima arrivò il divieto di iscriversi alla massoneria per i fascisti, poi a novembre del '25, la legge 2029 vietò agli aderenti alle logge di accedere a cariche pubbliche, mettendo definitivamente al bando la 'Libera Muratoria'. Palazzo Giustiniani, trascorsi poche settimane, fu confiscato dallo Stato.

Nel giugno del 1944, dopo la Liberazione, i massoni occuparono nuovamente alcuni ambienti di Palazzo Giustiniani. Dopo la sconfitta del nazi-fascismo, a partire dal 1947 il Grande Oriente d’Italia rivendicò la proprietà del Palazzo, chiedendone la restituzione. I 'liberi muratori', negli anni, le hanno provate tutte, a metà degli anni '80 si appellano al lodo Spadolini, caldeggiando un accordo con il Senato della Repubblica, di cui il politico fiorentino era presidente: "Stop al contenzioso, ma lasciateci alcune stanze come simbolo dell’Istituzione", fu la proposta dell'allora Gran Maestro Armando Corona.

Il progetto però restò sulla carta, complice anche la scomparsa dello stesso presidente del Senato Giovanni Spadolini, morto nel '94. I massoni traslocarono a villa 'Il Vascello', al Gianicolo. Ma per loro la ferita resta aperta, tra carte bollate e la speranza di tornare sul 'Piccolo Colle'. Ora il nuovo appello a La Russa. "Spero che il presidente La Russa sia degno successore di un presidente importante come lo è stato Giovanni Spadolini, e quindi che voglia dar seguito all'accordo firmato, che ancora non è stato eseguito", conclude Bisi.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza